Le rime di M. Francesco Petrarca/Sonetto CXLIX

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Sonetto CXLVIII Sonetto CL

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SONETTO CXLIX.


A
Mor, che ’ncede il cor d’ardente zelo,

     Di gelata paura il tien costretto;
     E qual sia più, fa dubbio all’intelletto,
     4La speranza, o ’l timor, la fiamma, o ’l gelo.
Tremo al più caldo, ardo al più freddo cielo,
     Sempre pien di desire, e di sospetto,
     Pur come donna in un vestire schietto
     8Celi un'uom vivo, o sott'un picciol velo.
Di queste pene è mia propria la prima
     Arder dì, e notte; e quanto è ’l dolce male,
     11Nè ’n pensier cape, non che ’n versi, o ’n rima:
L’altra non già; chè ’l mio bel foco è tale,
     Ch’ogni uom pareggia; e del suo lume in cima
     14Chi volar pensa, indarno spiega l’ale.