Le rime di M. Francesco Petrarca/Sonetto XCIX

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Sonetto XCVIII Canzone XXVI

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SONETTO XCIX.


A
Mor, Fortuna, e la mia mente schiva

     Di quel che vede, e nel passato volta,
     M’affligon sì, ch’io porto alcuna volta
     4Invidia a quei che son su l’altra riva.
Amor mi strugge ’l cor, Fortuna il priva
     D’ogni conforto: onde la mente stolta
     S’adira, e piagne; e così in pena molta
     8Sempre conven che combattendo viva.
Nè spero, i dolci dì tornino indietro;
     Ma pur di male in peggio quel ch’avanza:
     11E di mio corso ho già passato ’l mezzo.
Lasso, non di diamante, ma d’un vetro
     Veggio di man cadermi ogni speranza;
     14E tutt'i miei pensier romper nel mezzo.