Le rime di M. Francesco Petrarca/Sonetto XCVIII

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Sonetto XCVII Sonetto XCIX

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SONETTO XCVIII.


Q
Uel vago impallidir che ’l dolce riso

     D’un’amorosa nebbia ricoperse,
     Con tanta maestade al cor s’offerse,
     4Che li si fece incontr’a mezzo ’l viso.
Conobbi allor, siccome in paradiso
     Vede l’un l’altro; in tal guisa s’aperse
     Quel pietoso penser ch’altri non scerse:
     8Ma vidil’ io, ch’altrove non m’affiso.
Ogni angelica vista, ogni atto umile
     Che già mai in donna ov’amor fosse, apparve,
     11Fora uno sdegno a lato a quel ch’i’ dico.
Chinava a terra il bel guardo gentile,
     E tacendo dicea, (com'a me parve)
     14Chi m’allontana il mio fedele amico?