Lettere (Andreini)/Lettera XL

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XL. Della Gioventù.

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Lettera XXXIX Lettera XLI
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Della Gioventù.


S
APEND’io, che i gioveni sono instabili, e sempre vaghi di nuovi amori, mi guarderò molto bene di concedervi il mio. I gioveni nell’amore son simili alla fonte del Sole, che ’l giorno è freddo, e la notte bolle. La vera servitù de gli amanti dee esser volontaria, fedele, e continua, cosa che non si può sperar da i gioveni, perche non servon mai le donne volontariamente: ma le servono tratti a quel furore da cui sono sforzati à seguir la vaghezza d’un viso che piaccia. Hanno per costume poi di non mantener mai fede, e di stancarsi tosto nel servire, talche la servitù loro si può chiamar con grandissima ragione sforzata, infedel, e breve. Alcuni vedranno una donna così da lontano alla finestra, e vaghi di novità anderanno à spasseggiar per quella strada, e giunti al luoco dov’ella è, alzando gli occhi con lasciva modestia spurgatisi alquanto le faran di beretta, e di ginocchio, come dice colui, ponendo ben cura com’ella è bella, & essendo lor cortesemente renduto il saluto se n’anderanno tutti consolati, dicendo tra loro stessi, à fe, ch’ella e bella: torneranno à spasseggiar di nuovo, e guardatala meglio, diranno, ella mi piace, torneranno la terza volta, & essaminandola meglio con un sospiro di fuoco, quasi fremendo, diranno, ohime ch’io stò male, e per avventura in quel punto faranno le

[p. 41r modifica]pazzie; ma che? se ’n tre spasseggiate ardono, in un sol passo agghiacciano. I gioveni non san guidare un’amor tre giorni, & oltre à questo, sono superbi, subiti, & arroganti. Se ottengono un favore dalla donna amata, o se ne vantano, aggiungendo alla verità mille bugie, o ’ncauti se lo lasciano cavar di bocca da cento, e cento insidiatori. Ne i contenti s’allegran tanto, non sapendo ciò, che sia temperamento, che ogn’uno s’accorge, ancorche poco pratico d’amore d’ogni loro infelicità. Nell’ire, e ne gli sdegni, che sogliono nelle persone prudenti esser dolci accrescimenti d’amore, s’attristano tanto, che non riman pietra à cui non sia nota la loro sciocchezza. Pare lor lecito d’esser i pregati, & i serviti, sbandiscono la segretezza, sdegnano la servitù, odiano la fede, sprezzano la lealtà, non conoscono il merito, fuggono la riverenza dovuta alla donna amata, abborriscono la sollecitudine, & hanno per sacrilegio l’amar una donna sola ad un tempo. Sono amici della volubiltà, seguaci della impatienza, schernitori dell’humiltà, fratelli dell’infedeltà, e figli della bugia; siche per me giudico affatto priva di giuditio colei, che dona l’amor suo ad uno di voi altri, e consiglierò sempre ogni donna ad appigliarsi più tosto ad un vecchio, perche i vecchi hanno miglior discorso, più maturo giuditio, maggior pratica, e più grave prudenza, e non solo son cauti, segreti, avveduti, modesti, temperati, e ragionevoli nelle cose d’amore; ma in tutte le altre cose importanti possono per mezo del lor sano intelletto dar convenevol [p. 41v modifica]consiglio, & opportuno aiuto; siche potete intendermi. Non mi scrivete più, che non vi risponderò, non credo à vostre favole. Voi dite, che volete morir, senza la gratia mia; troppo gran perdita farebbe il mondo, se ciò seguisse; ma sò, che non seguirà. Voi altri gioveni dite sempre di voler morire; ma sicome facilmente il dite, così ancora facilmente il vi scordate, attesoche non confermate mai con l’animo quello, che dite con la lingua.