Lettere (Andreini)/Lettera XLII

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XLII. Dell’istesso.

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Dell’istesso.


V
EGGO, ch’egli è sovverchio (bellissima Donna) ch’io vi narri scrivendo i miei angosciosi martiri, perche quando io mi riducessi à questo il farei solo, accioche voi gli credeste: ma sapend’io, che i miei martiri son’incredibili, sò parimente, che voi non gli credereste, dunque è sovverchio, ch’io ve gli scriva. L’amore ne gli altri amanti si mantien nella speranza, e s’abbellisse nei contenti, il mio, ch’è di contraria natura si mantien nella disperatione, e s’abbellisse nelle sventure; ma perche questa è una cosa dura da credere, io non la dico, perche sò, che ’n ogni modo voi non la credereste. Tutte le creature del mondo seguono, e procurano il lor bene, io solo à me stesso contrario seguo, e procuro il mio male, nè fuggo cosa più, che ’l mio bene; ma perche questa è cosa fuori d’ogni dovere, io la taccio, non parendomi giusto, che la crediate, s’io ardessi di fiamma commune, con gli altri, che ardono amorosamente, sarebbe facile, che dallo sfavillar de gli occhi, o da gli accesi sospiri, voi conosceste il fuoco del cuor mio; ma perche ’l fuoco, che m’incenerisse è incomprensibile, sarebbe vanità il trattarne, essendo che non potreste comprenderlo. Il maggior dispiacere, che provino gli amanti è il saper, che le lor amate, non

[p. 43r modifica]credano à i lor martiri, e ’l maggior contento, ch’i’ m’habbia e ’l saper fermamente, che voi non crediate al mio dolore; ma perche questo non è credibile, io non vi sforzo à crederlo. Gioiscono quelli, che amano quando è lor conceduto di poter significar, con parole, o con lagrime gli affanni, per cui languiscono; ma io stimerei, che l’amor mio fosse molto picciolo, & i miei dolori molto leggieri, ogni volta, ch’io potessi, con mezi tanto facili significarli; e perche questa par cosa falsa, io non vi consiglio à crederla, accioche non impariate à creder la falsità. S’allegrano gli altri innamorati, quando ricevono il premio della servitù loro, & io mi compiaccio di viver sempre, senza guiderdone; ma perche questo par impossibile, passerollo sotto silentio, non volend’io, che voi crediate se non le cose possibili. Tacerò ancora l’amor mio, tacerò quelle interne passioni, che mi conducono à morte, perche, com’io dico, son’incredibili, e quand’io le scrivessi, voi non le credereste.