Li bburattini

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Giuseppe Gioachino Belli

1831 Indice:Sonetti romaneschi I.djvu sonetti letteratura Li bburattini Intestazione 16 aprile 2024 100% Da definire

La corda ar Corzo Er tiratira
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1831

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LI BBURATTINI.

     Checca, sei stata mai ar teatrino
De bburattini in der Palazzo Fiano?1
Si vvedi, Checca mia, tièngheno2 inzino
Er naso com’e nnoi, l’occhi e le mano.

     C’è ll’Arlecchin-Batòcchio, er Rugantino,
Er Tartajja, er Dottore, er Ciarlatano:
Ma cquer boccetto3 poi de Casandrino,
Nun c’è un c.... da dì, ppare un cristiano!4

     Jeri pe’ la ppù ccorta io sce so’ annata
Incirca ar tocco de la vemmaria,
Ch’allora s’arïòpre l’infornata.5

     E ppoi, cór pesator de pescheria,
Co’ Pipp’e Pèppe, Menica e Nnunziata,
Ce n’annàssimo a ccena all’osteria.6

Roma, 22 novembre 1831.

Note

  1. [Su questo teatro e sulla maschera del Cassandrino, la fama de’ quali era arrivata anche di là dell’Alpi, si veda la nota 6 del sonetto: Un bèr ritratto, 14 mar. 34.]
  2. [Tengono: hanno.]
  3. [Vecchietto.]
  4. Un uomo.
  5. Quel teatrino ripete ogni sera di ora in ora lo stesso spettacolo per tre o quattro volte, rinnovando sempre gli spettatori. Quei rinnovamenti di popolo diconsi camerate, o infornate, perchè per l’angustia del luogo si soffre il caldo di un forno.
  6. [Usanza tanto gradita, quanto funesta ai nostri Romaneschi.]