Li collarini

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Giuseppe Gioachino Belli

1843 Indice:Sonetti romaneschi V.djvu sonetti caudati letteratura Li collarini Intestazione 2 novembre 2022 25% Da definire

Le fattucchieríe Er tartajjone arrabbiato
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1843

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LI COLLARINI

     Quanno avevo da mette quer regazzo
Pe’ cchirico1 a Ssan Chirico e Ggiuditta,2
Fesce3 ar barettinaro: “Padron Titta,
Ciavete un collarino da strapazzo?.„

     Lui opre la vetrina de man dritta
E mme dà un collarino pavonazzo.
Dico: “Eh sto coso nun me serv’a un cazzo:
Lo vojjo nero io, sor faccia affritta.„

     Disce: “Che?! nnero?! uhm! caro ve costa.
Neri a sti tempi, indove li trovate?
Li neri mó bbisoggna falli apposta.

     Mó nnun useno ppiù de sto colore;
Perc’adesso oggn’abbate, appena è abbate,
È abbate ippisi-fatto4 e mmonziggnore.„

20 novembre 1843

Note

  1. Per chierico.
  2. Santi Quirico e Giuditta, chiesa di Roma.
  3. Feci: dissi.
  4. Ipso-facto.