Vai al contenuto

Li frati d'un paese

Da Wikisource.
Giuseppe Gioachino Belli

1832 Indice:Sonetti romaneschi II.djvu sonetti letteratura Li frati d'un paese Intestazione 26 agosto 2024 75% Da definire

Er decoro A ppadron Giascinto
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1832

[p. 104 modifica]

LI FRATI D’UN PAESE.

     Senti sto fatto. Un giorno de st’istate
Lavoravo ar Convento de Ggenzano,
E ssentivo de sopra ch’er guardiano
Tirava ggiù bbiastime1 a ccarrettate;

     Perché, essenno le ggente aridunate
Pe’ ccantà la novena a ssan Cazziano,2
Cerca cqua, cchiama llà, cquer zagristano
Drento a le scelle3 nun trovava un frate.

     Era viscino a notte, e un pispillorio4
Già sse sentiva in de la cchiesa piena,
Cuanno senti che ffa ppadre Grigorio:

     Curze a intoccà la tevola5 de scéna,6
E appena che fu empito er rifettorio
disse: “Aló,7 ffrati porchi, a la novena!„

Terni, 8 novembre 1832.

Note

  1. [Bestemmie.]
  2. S. Cassiano martire, 13 agosto.
  3. Celle.
  4. [In Toscana, pispilloria.]
  5. Tegola.
  6. Cena.
  7. [Dall’allons de’ Francesi.]