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Li ggeloni

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Giuseppe Gioachino Belli

1835 Indice:Sonetti romaneschi IV.djvu sonetti letteratura Li ggeloni Intestazione 27 febbraio 2025 75% Da definire

Nino e Ppèppe a le Logge Lo scolo der 34
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1835

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LI GGELONI.[1]

     E speri de guarì[2] dda li ggeloni
Pe’ vvia[3] che tte sce[4] fai tanti sciappòtti,[5]
O cquanno, co’ rrispetto, te sei cotti
Li piedi come un paro de capponi?

     Fijja, tu tte li medichi a ccazzotti,[6]
E ffai male a ddà rretta a li cojjoni.
Ce ll’ho io solo li conzijji bboni
Pe’ li ggeloni sani e ppe’ li rotti.

     Antro, padre,[7] ch’er zego[8] de Spoleto,
E ttant’antri sciafrùjji[9] de rimedi!
Te lo do io. Reggina,[10] er gran zegreto.

     Le guariggione astabbile[11] e ssicure
S’ottiengheno appricannose[12] a li piedi
Un impiastro de fravole[13] mature.

31 dicembre 1835.

Note

  1. I pedignoni.
  2. Di guarire.
  3. Per motivo.
  4. Ti ci.
  5. Ciappotti: miscugli di cose disordinate.
  6. A sproposito.
  7. Altro, padre! È ben altro ecc.
  8. Sevo.
  9. Imbrogli. Vedi la nota 5.
  10. [Il nome di battesimo Regina è comunissimo tra il popolino di Roma.]
  11. Guarigioni stabili.
  12. S’ottengono applicandosi.
  13. Fragole.