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Li nuvoli

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Giuseppe Gioachino Belli

1834 Indice:Sonetti romaneschi III.djvu sonetti letteratura Li nuvoli Intestazione 2 novembre 2022 25% Da definire

La lezzione der padroncino La lègge
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1834

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LI NUVOLI

     Stateme bben’attente, che vve vojjo
Spiegà cche ssò1 li nuvoli, sorelle.
Sò ttante pelle2 gonfie, ugual’a cquelle
Che cqui a Rripetta3 sce se4 mette l’ojjo.5

     Me sò ffatto capì? Ddunque ste pelle
S’empieno d’acqua e de tutto l’imbrojjo
De grandine e dde neve. Oh, mmó vve ssciojjo6
Er come Iddio pò ffà ppe’ sostenelle.

     Iddio manna7 li spiriti folletti,8
Che soffiannoje sotto co’ la bbocca,
Li vanno a ssollevà ssopr’a li tetti.

     Si in questo9 quarche nnuvolo se tocca,
Sce se fanno cqua e llà ttanti bbuscetti,10
E allora piove ggiù, ggrandina e ffiocca.

8 aprile 1834

Note

  1. Che sono, cosa sono.
  2. Pelli.
  3. Ripetta: il minore de’ due porti del Tevere in Roma.
  4. Ci si.
  5. Da oglio, corruzione di olio.
  6. Vi sciolgo: vi dichiaro.
  7. Manda.
  8. Niun credente ignora di quanta moltitudine di folletti sia l’atmosfera rimasta popolata sin dalla famosa caduta degli angioli ribelli, anteriore alla fondazione del mondo.
  9. Se in questo momento, ecc.
  10. Buchetti.