Li sordati bboni

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Giuseppe Gioachino Belli

1834 Indice:Sonetti romaneschi III.djvu sonetti caudati letteratura Li sordati bboni Intestazione 2 novembre 2022 25% Da definire

L'arme provìbbite Li Prelati e li Cardinali
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1834

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LI SORDATI BBONI

     Subbito c’un Zovrano de la terra
Crede c’un antro1 j’abbi tocco2 un fico,3
Disce ar popolo suo: “Tu sei nimmico
Der tale o dder tar4 re: ffàjje5 la guerra.„

     E er popolo, pe’ sfugge6 la galerra
O cquarc’antra grazzietta che nnun dico,
Pijja lo schioppo, e vviaggia com’un prico7
Che spedischino in Francia o in Inghirterra.

     Ccusì, pe’ li crapicci8 d’una corte
Ste pecore aritorneno a la stalla
Co mmezza testa e cco le gamme storte.

     E cco le vite sce se ggiuca9 a ppalla,
Come quela puttana10 de la morte
Nun vienissi da lei11 senza scercalla.12

23 maggio 1834

Note

  1. Altro.
  2. Gli abbia toccato.
  3. Fico: qui sta per un “nonnulla.„
  4. Tal.
  5. Fagli.
  6. Per isfuggire.
  7. Plico.
  8. Capricci.
  9. Ci si giuoca.
  10. Per bene pronunziare le due antecedenti parole, si deve considerarle quasi fossero unite, di modo che l’accentuazione non cada che sulla prima a di puttana.
  11. Non venisse da sé.
  12. Cercarla.