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Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale/Indice dei capitoli

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Indice dei capitoli

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Indice dei capitoli




(I numeri indicano i paragrafi).


CAPITOLO I, p. 1 a 35.

Principii generali.

§ 1. Scopi che può avere lo studio dell’economia politica e della sociologia. — 2, 3. Come furono usati i medi per quello studio. — 4, 5, 6. Uniformità, ossia leggi. — 7. Apparenti eccezioni. — 8. Verità unicamente condizionale delle uniformità o delle leggi. — 9. Le condizioni sono parte implicite, parte esplicite. — 10. Un fenomeno concreto non ci può mai essere noto in tutti i particolari suoi. — 11. Ne possiamo avere solo una conoscenza approssimata. — 12. Quindi è vana l’obbiezione che la teoria, in qualche particolare, si scosta dal fenomeno concreto. 13. Esempio. — 14. Approssimazioni successive. — 15, 16, 17. Non si possono conoscere i fatti ragionando sui concetti che ne abbiamo; è necessario ricorrere all’osservazione diretta. — 18. Processo di ragionamento solo per eliminazione; perchè è erroneo. — 19. I risultamenti della teoria differiranno sempre, almeno un poco, dalla realtà. — 20. Scienze che possono ricorrere all’esperienza, e scienze che debbono limitarsi all’osservazione. Una teoria non può avere altro criterio di verità se non il concordare più o meno colla realtà. — 21. Astrazione; come si usa nelle scienze. — 22, 23, 24. Può avere due forme; esse sono equivalenti. — 25, 26. La scienza è essenzialmente analitica; la pratica, sintetica. — 27, 28, 29, 30. La teoria di un fenomeno concreto è solo teoria di parte di quel [p. 554 modifica] fenomeno. La scienza disgiunge le parti di un fenomeno e le studia separatamente; la pratica deve ricongiungere i risultamenti per tale modo ottenuti. — 31. Inutilità della critica esclusivamente negativa di una teoria. — 32. Talvolta, per conseguire maggiore semplicità, ci allontaniamo volontariamente, colla teoria, dal fenomeno concreto. — 33. Studio storico dei fenomeni economici; dove giova, e dove è inutile. — 34. Evoluzione. — 35. Inutilità dello discussioni sul metodo dell’economia politica. — 36. Affermazioni che si possono verificare sperimentalmente, e affermazioni che non si possono verificare sperimentalmente. — 37, 38. La scienza si occupa esclusivamente delle prime. — 39, 40. Tutto ciò che suona precetto, eccetto che il precetto sia solo formale, non è scientifico. — 41. Non ci può essere una fede più scientifica di un’altra. — 42. Confusione tra la scienza e la fede. — 43. La verità scientifica e l’utilità sociale sono cose diverse. — 44. Errore nel considerare un presunto termine dell’evoluzione. — 45. L’intuizione; suoi modi e sue forme. — 46. L’universale consenso degli uomini non è punto un criterio di verità scientifica. — 47. Errore dei metafisici, nel volere trasportare proposizioni assolute nelle proposizioni scientifiche, che, per indole propria, sono essenzialmente subordinate, ed alle quali sempre deve intendersi premessa la condizione che sono solo vere nei limiti del tempo e dell’esperienza a noi noti. — 48. Assurdità del concetto di volere sostituire la scienza alla fede. — 49, 50. Conclusioni dedotte da premesse non-sperimentali. — 51. Invenzione.


CAPITOLO II, pag. 35 a 141.

Introduzione alla scienza sociale.

§ 1. Lo studio della sociologia deve ancora prendere le mosse da alcuni principii empirici. — 2, 3. Azioni non-logiche, e azioni logiche. — 4, 5. Tendenza a figurarsi come logiche le azioni non-logiche, e a ridurre tutte le relazioni di fenomeni a quella di causa ed effetto. — 6. Relazioni oggettive e relazioni soggettive. — 7, 8. [p. 555 modifica] 9. Come e quanto la relazione soggettiva si allontani dalla relazione oggettiva. — 10, 11, 12. Relazioni varie di fatti reali. — 13 a 15. Relazioni di fatti imaginari e di fatti reali. — 16, 17. Come l’esporienza ripetuta valga ad avvicinare la relazione soggettiva alla relazione oggettiva. — 18, 19. Cenni sulla teoria delle azioni non-logiche. La morale è un fenomeno soggettivo. — 20. Ricerche sperimentali che si possono utilmente instituire sui sentimenti morali e sui sentimenti religiosi. — 21. Relazione tra la morale e la religione. — 22. In generale, relazioni tra sentimenti non logici. — 23. Relazioni logiche e relazioni non-logiche tra morale e religione. — 24 a 40. Esame dei sistemi logici di morale. Sono pensamenti vani senza contenuto reale. — 41. Ricerche che utilmente possono istituirsi sui sentimenti morali o su altri simili. — 42. Quei sentimenti sono essenzialmente soggettivi. — 43. La dipendenza tra quei vari sentimenti non è una dipendenza di ragionamento logico, ma nasce dall’avere quei sentimenti cagioni comuni e remote. — 44 Tale dipendenza è varia nel tempo, nello spazio, e, in una medesima società, secondo gli individui. — 45, 46, 47. Non vi è un’unica morale, ma ve ne sono tante quanti sono gli uomini. — 48. Contrasto tra i vari sentimenti non-logici, ad esempio tra i sentimenti morali, e i sentimenti religiosi. Come la viva fede tolga di scorgere tali contrasti. — 49. Come e perchè ciò non sia generalmente inteso. — 50. L’uomo procura di ristabilire fra quei sentimenti non-logici le relazioni logiche che egli si figura dovere esistere. — 51, 52, 53. Certe circostanze sono favorevoli allo svilupparsi di certi sentimenti, corte altre sono a ciò contrarie; ed operano variamente secondo gli individui. — 54, 55. Come le morali e le religioni delle varie classi sociali vicendevolmente si modifichino. — 56, 57. Esempi storici. — 58, 59. Quella vicendevole azione dà luogo a movimenti ritmici. — 60, 61. Mali che seguono dallo estendersi alle classi inferiori dei sentimenti delle classi superiori. — 62 a 74. Esempi storici. — 75. Problema generale della sociologia. — 76 a 79. Soluzione darwiniana; come è in parte vera ed in parte erronea. — 80 a 82. Soluzione secondo la quale la società è foggiata in modo da [p. 556 modifica] procacciare il tornaconto di una classe sociale. — 83. È vana la ricerca che mira a stabilire se i sentimenti morali hanno origine individuale o sociale. — 84. Più dell’origine dei sentimenti preme conoscere come sorgono, si mutano, si dileguano. — 85, 86, 87. Esempi storici. — 88. Imitazione e opposizione. — 89 a 93. Come le relazioni oggettive ora studiate si trasformano in relazioni soggettive. — 94 a 96. Una medesima relazione oggettiva si può esprimere con diverse forme soggettive. Persistenza di certi fenomeni sociali sotto forme interamente diverse. — 97. Movimenti reali e movimenti virtuali. Problema che sta nello indagare come certe modificazioni ipotetiche di certi fatti sociali operano su altri fatti. — 98, 99. Esame di questo problema. — 100, 101. Difficoltà oggettive e difficoltà soggettive che incontransi in tale studio. — 102. La società non è omogenea. — 103. Circolazione delle aristocrazie. — 104, 105, 106. Come la contesa fra le varie classi sociali si traduce soggettivamente. Oggettivamente il concetto di eguaglianza degli uomini è assurdo; soggettivamente ha parte non piccola nei fenomeni sociali. — 107. Come certi uomini, operando per muoversi in un senso, vanno invece pel verso opposto. — 108. Le teorie sociali ed economiche operano sulla società non già pel loro valore oggettivo, bensì per il loro valore soggettivo. — 109. Pregiudizio dell’eguaglianza dinanzi alla legge. — 110 a 114. Utilità sociale dell’essere varie le morali e le credenze secondo gli uomini. — 115 a 123. Come nell’ordinamento politico l’apparenza differisca dalla realtà. Esempi storici.


CAPITOLO III, p. 141 a 237.

Concetto generale dell’equilibrio economico.

§ 1, 2. Oggetto dell’economia politica. — 3. Difficoltà del problema economico, e come per rimuovere alcune di queste difficoltà, giovi l’uso della matematica. — 4, 5, 6. Come si semplifichi il problema economico; economia pura. — 7. Tre parti dell’economia pura. — 8, 9, 10. Statica economica. Si studia un fenomeno continuo. — 11, 12. Due classi di teorie; la prima mira a paragonare [p. 557 modifica] sensazioni di un uomo, la seconda mira a paragonare sensazioni di uomini diversi. L’economia politica si occupa esclusivamente della prima. — 13. Via che seguiremo in questo studio. — 14, 15. Studieremo i gusti, gli ostacoli, e come, dal loro contrasto, nasca l’equilibrio economico. — 16, 17, 18. Beni economici e sensazioni che procurano. — 19. Gli elementi da combinare sono i gusti e gli ostacoli. — 20, 21. Combinazioni qualitative e quantitative dei beni economici. — 22. Definizione dell’equilibrio economico; movimenti reali e movimenti virtuali. — 23, 24, 25, 26. Dati del problema dell’equilibrio. — 27. Come si determini l’equilibrio, in generale. — 28, 29. I gusti degli uomini; concetto imperfetto che se ne aveva col valore d’uso degli economisti. — 30, 31. Come, rettificando concetti erronei dell’economia, ebbe origine la teoria dell’economia pura. — 32 a 36. L’ofelimità. — 37. Legami che esistono tra le condizioni del fenomeno economico. — 38. Procureremo di spiegare le teorie dell’economia pura senza fare uso dei simboli algebrici. — 39. Effetti diletti ed effetti indiretti dei gusti. — 40 a 48. Tipi di fenomeni riguardo agli effetti dei gusti; libera concorrenza; monopolio. — 49. Tipo dell’ordinamento socialista. — 50, 51. Come si mescolano i tipi, e come si debbono considerare. — 52 a 54. Linee di indifferenza dei gusti. — 55, 56. Indici dell’ofelimità. — 57, 58, 59. Come sono rappresentati i gusti dell’individuo; il colle del piacere. — 60, 61. Come si figuri con un sentiero la condizione di un uomo che ha successivamente varie quantità di un bene economico. — 62, 63, 64. Considerazioni sui sentieri; punti termini e punti di tangenza colle linee di indifferenza. — 65, 66, 67. Variazioni continue e variazioni discontinue. — 68. Gli ostacoli. — 69. Primo genere di ostacoli. — 70, 71, 72. Trasformazioni dei beni economici. — 73, 74. Secondo genere di ostacoli. — 75. Le linee di indifferenza degli ostacoli nelle trasformazioni oggettive. — 76. Le linee di indifferenza del produttore. — 77 a 80. Analogia delle linee di indifferenza dei gusti e delle linee di indifferenza degli ostacoli. — 81. Il colle dell’utile. — 82. La concorrenza. — 83. La concorrenza nel baratto. — 84. La concorrenza nella produzione. — 85. Si principia [p. 558 modifica] collo studiare una collettività staccata dalle altre. — 86 a 88. Modi della concorrenza. — 89. Tipi dei fenomeni riguardo ai produttori. — 90, 91, 92. L’equilibrio in generale. — 93 a 99. L’equilibrio riguardo ai gusti; come l’equilibrio su un sentiero abbia luogo in un punto termine, o in un punto di tangenza di quel sentiero e di una curva di indifferenza. — 100 a 104. L’equilibrio riguardo al produttore. — 105. La linea di massimo utile. — 106 a 111. L’equilibrio dei gusti e degli ostacoli. — 112 a 115. Teoria generale che determina i punti di equilibrio. — 116 a 133. Modi e forme dell’equilibrio nel baratto. Vari punti di equilibrio. Equilibrio stabile ed equilibrio instabile. — 134. Massimi dell’ofelimità. — 135 a 151. Modi e forme dell’equilibrio nella produzione. La linea di massimo utile. La concorrenza dei produttori. — 152 a 155. I prezzi. — 156, 157. Il valore di cambio. — 158. Il prezzo di una merce in un’altra. — 159 a 166. I fenomeni economici descritti facendo uso del concetto del prezzo. — 167 a 174. I prezzi ed il secondo genere di ostacoli. Prezzi costanti e prezzi variabili. — 175. Il bilancio dell’individuo. — 176. Il bilancio del produttore. — 177, 178, 179. Il costo di produzione. — 180 a 183. Offerta e domanda. — 184. Curva dell’offerta e curva della domanda. — 185, 186, 187. L’offerta e la domanda dipendono da tutte le circostanze dell’equilibrio economico. — 188 a 192. L’eguaglianza dell’offerta e della domanda, nel punto di equilibrio. — 193. Modo col quale variano offerta e domanda. — 194. L’eguaglianza del costo di produzione e dei prezzi di vendita. — 195. Equilibrio stabile ed equilibrio instabile, coi concetti dell’offerta e della domanda. — 196 a 204. Equilibrio del baratto, nel caso generale. — 205 a 214. L’equilibrio della produzione e del baratto, nel caso generale. — 215, 216. Equilibrio stabile ed equilibrio instabile, nel caso generale. — 217, 218. Come e perchè sia utile l’uso della matematica. — 219 a 226. Errori che ebbero origine dall’avere trascurato l’uso della matematica dove quell’uso era indispensabile. — 227. Vana e inconcludente è la ricerca di un’unica cagione del valore. — 228. Soltanto l’economia pura ha potuto sinora darci un concetto sintetico del fenomeno economico. [p. 559 modifica]

CAPITOLO IV, p. 237 a 273.

I gusti.

§ 1. Scopo del presente capitolo. — 2 a 7. I gusti e l’ofelimità. Il consumo si considera solo come volontario. — 8. Consumi indipendenti e consumi dipendenti. Due generi di dipendenza. — 9 a 13. Studio del primo genere di dipendenza. Si divide in due specie. — 14 a 18. Studio del secondo genere di dipendenza. — 19. Gerarchia delle merci. — 20 a 23. Modi di considerare il secondo genere di dipendenza. Equivalenze di consumi. — 24. Quanto sia esteso il fenomeno della dipendenza dei consumi. — 25, 26. Possiamo studiare il fenomeno economico soltanto in una piccola regione intorno al punto di equilibrio. — 26 a 28. Mutano, col tempo e col variare delle circostanze, le curve di indifferenza. — 29 a 31. Divergenze del fenomeno teorico e del fenomeno concreto. — 32. L’ofelimità e i suoi indici. — 33, 34. Caratteri dell’ofelimità pei consumi indipendenti. — 35, 36. Consumi dipendenti. — 37 a 42. Caratteri dell’ofelimità in generale. — 43 a 47. Caratteri delle linee di indifferenza. — 48 a 53. Relazione tra l’ofelimità o le linee di indifferenza e l’offerta e la domanda. Relazioni coll’entrata del consumatore. — 54 a 65. Varie forme delle linee di indifferenza e delle linee dei baratti. Considerazione dei vari generi di dipendenza. — 66 a 68. Il fenomeno dell’ofelimità, in generale. — 69, 70. Il colle dell’ofelimità.


CAPITOLO V, p. 273 a 325.

Gli ostacoli.

§ 1. Lo studio della produzione è più complesso dello studio dei gusti. — 2 a 7. La divisione del lavoro e l’impresa. — 8 a 10. Il fine a cui intende l’impresa. — 11. Come mirando ad un fine può, talvolta, raggiungerne un altro. — 12. Il tipo dell’ordinamento socialista. — 13 a [p. 560 modifica] 16. Le diverse vie dell’impresa. — 17 a 24. I capitali. Come quel concetto non sia rigoroso: e come si possa rendere tale. — 25 a 29. La teoria dell’equilibrio economico senza il concetto, e col concetto di capitale. — 30, 31, 32. Ammortamento e assicurazione. — 33. I servizi dei capitali. — 34. Beni materiali e beni immateriali. — 35, 36, 37. I coefficienti di produzione. — 38. Trasformazioni nello spazio. — 39 a 42. Trasformazioni nel tempo. — 43 a 47. Il bilancio dell’impresa e le trasformazioni nel tempo. Vari modi di considerare queste trasformazioni. — 48 a 51. Il frutto dei capitali. — 52 a 57. Il frutto netto e le sue cagioni. — 58. Frutti netti di diversi capitali. — 59, 60. Il bilancio dell’impresa e i frutti dei capitali. — 61. Il bilancio dell’impresa, il lavoro e i capitali dell’imprenditore. — 62 a 65. L’impresa e i proprietari dei beni economici. — 66 a 69. Le imprese reali e i loro utili e danni. — 70 a 75. Variabilità dei coefficienti di produzione. — 76, 77. Compenso possibile tra le variazioni di diversi coefficienti. — 78 a 80. Ripartizione della produzione. — 81 a 87. Equilibrio generale della produzione. — 88. Produzione dei capitali. — 89. Successive posizioni di equilibrio. — 90. La rendita. — 91, 92. Rendita acquistata. — 93, 94, 95. La rendita di Ricardo; sua relazione col costo di produzione. — 96, 97. Come questo caso particolare faccia parte della teoria generale della produzione.


CAPITOLO VI, p. 326 a 362.

L’equilibrio economico.

§ 1 a 18. Esempi di equilibrio. Varietà della legge del costo di produzione. Come opera la concorrenza. — 19 a 25. Forme usuali delle curve di indifferenza pel baratto e per la produzione; merci con costo crescente, e merci con costo decrescente di produzione. — 26. L’equilibrio dei gusti e della produzione. — 27 a 31. L’equilibrio in generale. Maggiore approssimazione al fenomeno concreto. — 32, 33. Proprietà dell’equilibrio. Massimo di ofelimità. [p. 561 modifica] — 34 a 38. Proprietà dell’equilibrio nel baratto. Quando e come si raggiunga il massimo di ofelimità. — 39 a 47. Proprietà dell’equilibrio nella produzione. Quando e come si raggiunga il massimo di ofelimità. — 48. Argomento in favore della produzione collettivista. — 49 a 51. Come operi la libera concorrenza per determinare i coefficienti di produzione e per fare tendere all’eguaglianza i frutti netti dei varî capitali. — 52 a 61. L’equilibrio economico nella società collettivista. — 62, 63, 64. Massimi di ofelimità per collettività parziali. — 65 a 69. Teoria pura del commercio internazionale. — 70. L’equilibrio e i prezzi. — 71 a 79. Teoria quantitativa della moneta. Come variano i prezzi. — 80 a 89. Relazioni tra l’equilibrio, i prezzi dei fattori della produzione e i prezzi dei prodotti. — 90, 91. Traduzione soggettiva dei fenomeni ora studiati. — 92. Circolazione economica. — 93 a 96. Erronee interpretazioni della concorrenza degli imprenditori. — 97 a 101. Concetti erronei della produzione.


CAPITOLO VII, p. 362 a 416.

La popolazione.

§ 1 Il fenomeno economico principia dall’uomo e torna a finire all’uomo. — 2. Eterogeneità sociale. — 3 a 10. Il tipo medio e la ripartizione delle divergenze. La curva degli errori. — 11 a 17. La curva della ripartizione delle entrate. — 18 a 22. Circolazione sociale. — 23 a 25. Entro certi limiti di tempo e di spazio, lievissimi furono i mutamenti nella forma della curva delle entrate. — 26. Maggiormente è mutata la parte inferiore che la parte superiore. — 27 a 31. Conseguenze teoriche dei fatti ora notati. — 32 a 45. Relazioni tra le condizioni economiche e la popolazione. — 46, 47. Come il trascurare la considerazione delle crisi economiche possa indurre in gravissimi errori. — 48. Teoria delle correlazioni. — 49, 50. Effetti dell’aumento della prosperità economica. — 51 a 56. L’effetto della variazione della quantità della ricchezza può essere interamente diverso dall’effetto di quella quantità. [p. 562 modifica] Studio di quest’ultimo effetto. — 57 a 60. La produzione dei capitali personali. — 61. Costo di produzione dell’uomo adulto. — 62 a 67. Ostacoli alla forza generatrice. Aumento eccezionale della popolazione nel secolo XIX. — 68 a 70. Le sussistenze e la popolazione. — 71 a 80. Qualità degli ostacoli. Loro effetti diretti e loro effetti indiretti. — 81 a 88. Veduta soggettiva dei fenomeni attinenti all’aumento della popolazione. — 89 a 96. Il Malthus e le sue teorie. — 97 a 101. La società umana in generale. I fatti principali che determinano i suoi caratteri sono: la gerarchia — lo avvicendarsi delle aristocrazie — la selezione — la proporzione media di ricchezza o di capitali, per individuo. — 102, 103. Condizioni quantitative per l’utilità della società e per l’utilità degli individui. — 104 a 115. Stabilità e selezione. Principio di stabilità e principio di mutabilità. — 116, 117. Traduzione soggettiva dei fatti precedenti.


CAPITOLO VIII, p. 416 a 437.

I capitali fondiari e i capitali mobiliari.

§ 1. I capitali fondiari. — 2. La concorrenza che tra essi esite. — 3, 4. Caratteri principali; la rendita. — 5 a 7. Forme della proprietà e relazioni tra coloro che posseggono il suolo e coloro che lo lavorano. — 8. I capitali mobiliari. — 9, 10. Il risparmio. — 11. La produzione del risparmio non è determinata dal frutto che si ricava dal risparmio. — 12 a 16. Vari generi di risparmio, secondo l’uso che ne viene fatto. — 17 a 21. Il frutto del risparmio e l’ordinamento sociale. — 22 a 25. Traduzione soggettiva dei fenomeni. — 26, 27, 28. Supposta legge dello scemare il frutto dei capitali. — 29. La moneta; vari generi di moneta. — 30. Quali uffici compie la moneta. — 31 a 34. I cambi forestieri. — 35 a 39. Il cambio e il commercio internazionale. Circolazione di carta-moneta. Posizioni equivalenti di equilibrio. — 40. La legge del Gresham. — 41. Bimetallismo. — 42. Surrogati della moneta. — 43. La moneta metallica è parte assai [p. 563 modifica]piccola della ricchezza di un paese. — 44, 45. Quantità di moneta in circolazione; e consumo, per uso industriale, dell’oro e dell’argento. — 46 a 50. Le banche. La garanzia della circolazione delle banche di emissione. Lo sconto.


CAPITOLO IX, p. 438 a 496.

Il fenomeno economico concreto.

§ 1. Come dallo studio del fenomeno astratto moviamo allo studio del fenomeno concreto. — 2. Divergenze tra il fenomeno astratto ed il fenomeno concreto, nel consumo. — 3 a 6. La vendita al minuto ed il suo ordinamento dannoso alla società. — 7. Variazioni dei prezzi al minuto e dei prezzi all’ingrosso. — 8 a 15. Trusts e sindacati. — 16. Contratti collettivi di produzione. — 17 a 19. Parte degli uomini spende l’opera sua per appropriarsi i beni prodotti da altri. — 20 a 22. Tale uniformità, osservata sinora, non accenna menomamente a sparire; può mutare la forma, ma rimane la sostanza. — 23, 24. Come e perchè i prezzi cari altre volte fossero considerati come un danno, mentre ora sono considerati come un bene per la società. — 25 a 35. Evoluzione che adduce alla costituzione di una nuova casta. — 36 a 38. Come lo stato economico presente, e probabilmente quello futuro, sia un misto di concorrenza e di vincolismo. — 39. Commercio internazionale. — 40 a 54. Teoria economica del commercio internazionale. — 41. Teoria degli sbocchi. — 42 a 52. Teoria dei costi comparati del Ricardo. — 53. Dazio di esportazione. — 54. Dazio di importazione. — 55. Effetti indiretti economici. — 56. Effetti di ripartizione. — 57. Effetti sociali. — 58, 59. Effetti fiscali. — 60. Quanto sia complesso il problema di conoscere se sia preferibile il libero cambio alla protezione. — 61. Per condannare la protezione, non basta il fatto che essa conduce necessariamente ad una distruzione di ricchezza. — 62 a 66. Cagioni della protezione. — 62. Tra queste non si può porre l’ignoranza dei risultamenti della scienza economica. — [p. 564 modifica] 63 a 65. Quali sono i componenti delle leghe che procacciano la protezione. — 66. Come accade che l’attacco per instituire la protezione sia più facile della difesa per respingerla. — 67. La protezione non può essere condannata perciò solo che è propugnata da coloro che ne godono, appropriandosi i beni altrui. — 68. Gli effetti della protezione non si possono conoscere empiricamente. — 69. Eccezione, per la quale si ha una conferma di ciò che la teoria c’insegna. — 70. Errori empirici a proposito della protezione. — 71, 72. Come la distruzione di ricchezza cagionata dalla protezione potrebbe essere, in certi casi, compensata dall’aumento di ricchezza, dipendente da altre cause. — 73, 74. Le crisi economiche. — 75. La crisi non è che un caso particolare della legge del ritmo dei fenomeni economici e sociali. — 76, 77. Come la produzione si adatti al consumo. — 78, 79. Due generi principali di cause delle crisi economiche. — 80. Periodo ascendente e periodo discendente. — 81. Le crisi producono meno danno di quanto si crede. — 82. I fatti concomitanti delle crisi ritenuti erroneamente come cagioni delle crisi. — 83, 84. Supposti eccessi di consumo, di produzione, di intensità della circolazione, di uso del credito. — 85 a 87. Sintomi delle crisi. Teorie del Juglar del des Essars. — 88. Teoria dello Jevons.


APPENDICE, p. 437 a 552.

§ 1. Scopo dell’Appendice. — 2 a 4. Le linea di indifferenza. — 5, 6, 7. Superficie degli indici del piacere o dell’ofelimità e sue curve di livello. — 8. Quando sia possibile determinare l’ofelimità coll’esperienza. — 9. Equivalenza di ofelimità elementari. — 10. Proprietà delle curve di indifferenza. — 11. Caratteri degli indici dedotti da quelli delle linee di indifferenza. 12. Altro carattere dell’ofelimità. — 13. Caratteri delle linee di indifferenza dedotti da quelli dell’ofelimità. — 14. Più beni economici di cui il consumo è indipendente. — 16. Vari generi di dipendenza. — 16. Difficoltà nell’uso della matematica. — 17. Altre linee che si possono sostituire alle [p. 565 modifica] linee di indifferenza. — 18, 19. Ostacoli. — 20 a 22. Equilibrio del baratto per due individui. — 23. Indole delle equazioni che determinano tale equilibrio. — 24. Prezzi costanti. — 25. Monopolio. — 26 a 29. Equilibrio del baratto nel caso generale. — 30. Equilibrio del baratto coi prezzi costanti. — 31 a 33. Produzione. — 34, 35. Equilibrio della produzione. — 36. Equilibrio della produzione nel caso della libera concorrenza con prezzi variabili. — 37, 38. Equilibrio della produzione nel caso della libera concorrenza con prezzi costanti. — 39. Come si determinano i coefficienti di produzione e la ripartizione. — 40. Produzione individuale coi prezzi costanti. — 41, 42. Produzione individuale col massimo di ofelimità. — 43, 44. Produzione collettiva. — 45. Produzione collettiva col massimo di ofelimità. — 46. Baratto. — 47. Proprietà dell’equilibrio. — 48, 49. Variazioni finite nel caso del baratto.