Nuovo vocabolario siciliano-italiano/OS

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[p. 678 modifica] Osanna. Voce ebrea, che vale evviva, salve ecc: osanna.

Osanza diri. Modo riempitivo, in forza di meraviglia, ammirazione: senza più, altro che questo. (Pasq. dice che sia frase composta da: oh senza dire; potrebbe venire da osare, come se si dicesse: ardire di dire).

Osara. Interiezione: ohimè! ohitè!

Osari. V. assaiari.

Oscenamenti. avv. In modo osceno: oscenamente.

Oscenità, Oscenitati. s. f. Disonestà, lascivia: oscenità, oscenitade, oscenitate. || Azione oscena: oscenità. || Ciò che muove o invita a oscenità: oscenità.

Oscenu. add. Che ha oscenità: osceno. Sup. oscenissimu: oscenissimo.

Oscillamentu. s. m. L’atto dell’oscillare.

Oscillari. v. intr. Muoversi su e giù o qua e là, come di corpo abbandonato alla sua gravità: oscillare. P. pres. oscillanti: oscillante. P. pass. oscillatu: oscillato.

Oscillata. s. f. L’azione dell’oscillare: oscillata (V. participiu).

Oscillatedda. dim. di oscillata.

Oscillatoriu. add. Aggiunto dato al moto di oscillazione: oscillatorio.

Oscillazzioni. s. f. Il moto di un corpo abbandonato alla sua gravità: oscillazione.

Oscurabbili. add. Che può oscurarsi: oscurabile.

Oscuramenti. avv. Con oscurità: oscuramente.

Oscuramentu. s. m. L’oscurare: oscuramento.

Oscurari. v. a. Far oscuro, tor la luce: oscurare. || rifl. a. Oscurarsi. P. pass. oscuratu: oscurato.

Oscurata. s. f. V. oscuramentu.

Oscurettu. add. dim. di oscuru: oscuretto, oscuriccio.

Oscurità, Oscuritati. s. f. L’esser oscuro: oscurità, oscuritade, oscuritate. || fig. Si dice di scritture, ragionamenti e simili: oscurità. || Vita privata o nascita umile: oscurità. || La non chiara storia de’ secoli passati: oscurità.

Oscuru. add. Tenebroso, privo di luce: oscuro, bujo. || Nero, lugùbre: oscuro. || Difficile a intendersi: oscuro. || Non conosciuto, umile: oscuro. || essiri a l’oscuru d’una cosa, non la conoscere: esser al bujo, all’oscuro d’una cosa. || V. scuru. Sup. oscurissimu: oscurissimo.

Osìa. Congiunzione. Lo stesso che o: ossia.

Ospitali. add. Che ha ospitalità: ospitale. Sup. ospitalissimu: ospitalissimo.

Ospitalità. s. f. Liberalità nel ricevere i forestieri: ospitalità.

Ospitalmenti. avv. Con ospitalità: ospitalmente.

Òspiti. s. m. Quegli che dà e quegli che riceve ospitalità: ospite.

Ospizziari. v. a. Alloggiare: ospiziare (Mort.).

Ospizzieddu. dim. di ospizziu.

Ospìzziu. s. m. Luogo dove si alloggiano gl’infermi o i pellegrini ecc: ospìzio.

Ossaloru. V. ussaloru.

Ossami. s. m. Quantità d’ossa: ossame.

Ossatura. s. f. Ordine e componimento dell’ossa: ossatura. || Per sim. sostegno interiore d’alcuna macchina: ossatura. || L’unione robusta di grosso legname, che forma il corpo d’un bastimento: costolatura, ossatura. || Il legname che forma sostanzievolmente l’imposta di porte o che: ossatura.

Ossequiamentu. V. ossequiu.

Ossequiari. v. a. Rendere ossequio: ossequiare. P. pass. ossequiatu: ossequiato.

Ossèquiu. s. m. Riverenza, osservanza, rispetto: ossèquio.

Ossequiusamenti. avv. Con ossequio: ossequiosamente.

Ossequiusu. add. Che fa ossequio: ossequioso. Sup. ossequiusissimu: ossequiosissimo.

Osserva. Nella frase stari supra l’osserva: star attento.

Osservabbili. add. Da osservarsi: osservabile. [p. 679 modifica]

Osservabbilmenti. avv.In modo osservabile: osservabilmente.

Osservamentu. s. m. L’atto di osservare: osservamento.

Osservandissimu. add. Titolo dato a persona degnissima: osservandissimo.

Osservanti. add. Che osserva: osservante. || Religioso d’uno de’ mille disciolti ordini: osservante. Sup. osservantissimu: osservantissimo.

Osservanza, Osservànzia. s. f. Osservazione: osservanza, osservanzia. || Regola e ordine dei frati Francescani, ora sciolti: osservanza. || Rito, costume: osservanza. || Attenta considerazione: osservanza. || Ossequio, riverenza: osservanza. || Puntualità, lealtà: osservanza.

Osservari. v. a. Guardar e considerar alternamente: osservare. || Attender alla promessa: osservare. || Obbedire: osservare. || Spiare gli altrui andamenti: osservare. P. pass. osservatu: osservato.

Osservata. V. osservamentu.

Osservatòriu. s. m. Luogo donde si osserva il cielo e gli astri: osservatòrio.

Osservaturi. verb. m. Chi o che osserva: osservatore.

Osservazzioni. s. f. L’osservare: osservazione. || Pregiudizio che altri ha del por mente a certe cose, e da quelle presagire: osservazione. || Considerazione, esame di opere letterarie o che: osservazione.

Osservazziunedda. dim. di osservazione: osservazioncella, osservanzioncina.

Ossessu. add. Indemoniato: ossesso.

Ossicanta. V. berberi.

Ossiceddu. V. ussiddu.

Ossidari. v. a. Combinar un corpo semplice coll’ossigeno: ossidare. P. pass. ossidatu: ossidato (Mort.).

Ossidazzioni. s. f. L’ossidare od ossidarsi: ossidazione.

Òssidu. s. m. T. chim. Sostanza metallica combinata con l’ossigeno: òssido.

Ossificarisi. v. rifl. pass. Diventar osseo: ossificarsi. P. pass. ossificatu: ossificato.

Ossificazzioni. s. f. Formazione o sviluppo delle ossa: ossificazione.

Ossìgginu. s. m. T. fis. Sostanza combustibile componente dell’aria: ossìgeno.

Ossu. s. m. La parte più solida del corpo animale: osso. || pl. ossa: ossa e ossi. || Quel granello, contenente il seme, più o meno grosso e duro che è dentro il frutto: nòcciolo, osso. || – di balena, striscetta di quella lamina cornea, tratta dalla mascella superiore della balena: osso di balena. || – di siccia, quella materia bianca, calcàrea, di cui son provvedute le seppie, e che usasi dagli orefici per pulire, ecc.: osso di seppia. || ossa, nel giuoco dell’oca sono i: dadi. || – duru, si dice di impresa difficile, malagevole: osso duro. || – di lu bustu: le stecche, del busto che si mettono le donne. || un ossu pigghia deci o vinti, giuoco da fanciulli co’ nòccioli delle albicocche: truccino. || essiri peddi ed ossa, essere magrissimo: esser ossa e pelle. || lassaricci l’ossa, rovinarsi interamente o morire: lasciar le polpe e l’ossa. || essiri un saccu d’ossa, essere sfinito, lasso. E qualche volta si dice a persona magra, secca, e allora anco in Toscana dicono: esser un sacco di ossa. || arrusicarisi l’ossu, travagliarsi in una impresa scabrosa: torre a roder un osso duro. || E arrusicarisi l’ossa, rabbiarsi: rodersi. || dari ossu ad unu, dargli fastidio: travagliarlo. || asciuttu com’un ossu, fig. dicesi a chi non fa caso di cosa dispiacevole qualunque: imperturbabile. || aviri l’ossa duri, essere vecchio: colle ossa dure. E l’usiamo anco per dinotare robustezza o fortezza. di membra: essere di buon osso. || essiri all’ossu, fig. in misero stato: essere al verde. || dari ’ntrall’ossa, travagliare, affliggere: tribolare. || fari manciari o strudiri l’ossa, fare stizzire fortemente: far mangiare l’aglio (Tigri, Canti pop. Tosc.), fare roder l’anima. || avirila ntall’ossa, avere un vizio, o che, incarnato, per natura: averla nell’ossa. E Guerrazzi scrisse: egli ha il birbo fitto nell’osso. p. e. l’havi ntall’ossa di fari lu sbirru. || fari fari ’na cosa cull’ossu, per forza. || in carni e in ossa, per asseverare l’esser proprio in persona: in carne e in ossa, p. e. è lui in carne e in ossa, è un baron f.... in carne e in ossa. || rumpiri, stuccari, o ciaccari l’ossa ad unu, zombarlo, bastonarlo per bene: fiaccar le ossa a uno, metter a uno le ossa in un paniere. E dicesi di cagione anco morale che abbatta il corpo e lo spirito: dar addosso, p. e. quest’affare mi dà addosso. || Prov. nun essicci nè ossa nè spina, non esservi da appuntare, non esservi difficoltà alcuna: non avere nè spina nè ossa, o nè lisca nè osso. || quannu l’ossu cc’è, la carni veni, o mentri l’ossu cc’è, la carni va e veni, finchè si vive si può sempre ritornar a buona sanità: a chi salva la pelle, la carne rimette. Si usa anco fig. per altre cose. || cu’ si mancia la carni caca l’ossu: chi mangia il pesce caca le lische. || quannu la carni è pocu pigghia l’ossu, quando non puoi avere come vuoi, piglia come puoi. || ossu sagru, quello che sta nella parte inferiore della spina dorsale: osso sacro. || V. in carni: un prov. e così ad altre voci per altri.

Ossupizziddu. s. m. Quell’osso che sporge dalle parti laterali del collo del piede: noce del piede, mallèolo. || junciri ’na cosa sinu all’ossu pizziddu, piacere estremamente: toccare o morder l’ugola. || duluri di stomacu ’ntall’ossu pizziddu, si dice per garrire chi vuol dar a intendere di essere ammalato.

Ossutu. V. ussutu.

Ostàculu. s. m. Impedimento, opposizione: ostàcolo.

Ostàggiu. s. m. Persona che rimane in mano altrui come pegno di checchessia: ostàggio.

Ostali. V. funnacu. (Dall’ital. ant. ostale per ostello).

Ostalirìa. V. osterìa.

Ostanti. add. Che osta: ostante. || non ostanti, quantunque, benchè: non ostante.

Ostari. v. intr. Far ostacolo: ostare.

Ostarìa. V. osterìa.

Ostensoriu. s. m. Sfera d’argento od oro dove si espone la Eucaristia: ostensorio.

Ostentamentu. s. m. L’ostentare: ostentamento.

Ostentari. v. a. Mostrare con ostentazione: ostentare. P. pass. ostentatu: ostentato.

Ostentata. V. ostentamentu. [p. 680 modifica]

Ostentateddu. add. dim. di ostentato.

Ostentaturi –tura. verb. Chi o che ostenta: ostentatore –trice.

Ostentazzioni. s. f. Pomposa mostra, ambiziosa dimostrazione: ostentazione.

Ostentazziunedda. dim. di ostentazione: ostentazioncella (crederei usabile).

Osteri. s. m. Colui che tiene osterìa: ostiere.

Osterìa. s. f. Luogo dove si mangia e delle volte vi si dorme, è più nobile di taverna, ma meno di albergo: ostería.

Osteriedda. dim. Osterietta.

Ostetrìcia. s. f. T. chir. Parte della chirurgia che riguarda il parto: ostetrìcia.

Ostètricu. s. m. Chi esercita ostetricia: ostètrico.

Osti. s. m. Chi tiene osteria: oste. || T. mar. Fune che allacciata ai bracotti della penna della vela serve a tirar le antenne verso poppa: oste (Zan. Voc. Met.).

Òstia. s. f. Quel pane che si consacra nella messa: òstia. || Ogni pasta ridotta in sottilissima falda che serve a vari usi: ostia. || stari cull’ostia in mucca, tacere: stare coll’acqua in bocca. Onde ostia ’m mucca si dice per dire silenzio! zitto! acqua in bocca.

Ostiariatu. s. m. T. eccl. Il primo dei quattro ordini minori: ostiariato.

Ostiàriu. s. m. Propriamente custode dell’uscio: ostiàrio. || Chi è insignito dell’ostiariato: ostiario. || Lo strumento con cui si fanno o si tagliano le ostie.

Ostili. add. Nemico: ostile.

Ostilità. s. f. Nimistà, nimicizia: ostilità. || T. mil. L’azione della guerra, o i combattimenti con cui essa si comincia: ostilità.

Ostilmenti. avv. Nemichevolmente: ostilmente.

Ostinarisi. v. intr. pron. Diventar ostinato: ostinarsi.

Ostinatamenti. avv. Con ostinazione: ostinatamente.

Ostinatazzu. pegg. di ostinatu: ostinataccio (in Firenze).

Ostinateddu. dim. Ostinatello, ostinatetto.

Ostinatissimamenti. avv. sup. Ostinatissimamente.

Ostinatizza. s. f. La qualità astratta di chi è ostinato: ostinatezza.

Ostinatu. add. Che ha ostinazione: ostinato. || Prov. cori ostinatu nun voli cunsigghiu: animo risoluto non ha orecchi. Sup. ostinatissimu: ostinatissimo.

Ostinatuni. accr. di ostinatu.

Ostinazzioni. s. f. Persistenza contro ragione nel proprio sentimento o volere: ostinazione.

Ostinazziunedda. dim. di ostinazzioni: ostinazioncella.

Ostinazziununa. accr. di ostinazzioni.

Ostirlicchia. V. osteriedda.

Òstraca. s. f. T. zool. Molluschi acefali contenuti in guscio bivalve, che comprende molte specie; è di squisito sapore: òstrica.

Ostracaru. s. m. Chi vende ostriche: ostracajo.

Ostrachedda. dim. di ostraca: ostrichetta, ostrichina.

Ostracuna. accr. Ostricone.

Òstrica. V. òstraca e seguenti.

Ostru. V. pùrpura. || È nome di vento di mezzodì: ostro.

Ostruiri. v. a. Cagionar ostruzione: ostruire. P. pres. ostruenti: ostruente. P. pass. ostruttu: ostrutto.

Ostruttivu. add. Che induce ostruzione: ostruttivo.

Ostruzzioni. s. f. Serramento de’ vasi e canali del sangue, ritenzione degli umori: ostruzione.

Ostruzziunazza. pegg. di ostruzzioni.

Ostruzziunedda. dim. di ostruzzioni: ostruzioncella.

Supplemento

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