Osservazioni di Giovanni Lovrich/De' Costumi de' Morlacchi/§. 10. Amicizia

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§. 10. Amicizia

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§. X.

Amicizia.

L
’Interesse, che presso molte Nazioni è quasi l’unico fondamento delle amicizie, non à luogo nelle amicizie de’ Morlacchi, che nelle disgrazie, in vece di scemarsi, e finire, si stringono vieppiù. Eglino ne ànno fatto un punto di Religione, come gli antichi Greci. Si strigne questo legame fra due persone a’ piedi dell’altare, che, a proporzione del loro avere, tengono due torce di cera accese in mano, infino a tanto, che si compisca una messa, consagrata alla loro intenzione, e dopo ciò lasciano le torce al celebrante, ed il legame è bello, e fatto, senz’altre cerimonie. „ Il Rituale Slavonico non à una particolar benedizione per congiungere solennemente due amici, o due amiche alla presenza di tutto il popolo. „ Ma ciò fu dato ad intendere al Fortis. Quelli, che contraggono l’amicizia nel già descritto modo si chiamano Pobratimi, e le Donne Posestrime; termini che corrispondono a semi-fratelli, [p. 105 modifica]ed a semi-sorelle. Sì usava stringere amicizia anche fra uomo, e Donna con la stessa formalità fino à già pochi anni, senza che vi si possa dubitar un momento, ed era superflua la prova del Fortis, stiracchiata fuor di proposito1, ma stimarono bene gli Ec[p. 106 modifica]clesiastici d’impedire sì fatte congiunzioni concedendole solamente fra’ sessi uguali. Essi per lo gran numero le avean prese per un reggimento di amanti. Bel reggimento! Eppure s’ingannavano di gran lunga, nè conveniva imputar certi abusi vergognosi alla semplicità del costume, di cui parleremo in seguito. Tutti gli amici, e specialmente quelli, che si legano a piedi dell’altare si formano un dovere di ajutarsi scambievolmente in qualunque occorrenza, e pericolo, ed arrivano a tal grado di sensibilità i loro contratti amichevoli, che si recano ad onore i Pobratimi il perder la vita gli uni per gli altri. E come il perder la vita per tutto altro sembra fanatismo, e furore, così per l’amicizia egli apparisce un tratto di quella naturale tenerezza, che manca nelle anime ben educate, e che convien cercarla ne’ rozzi petti de’ Morlacchi, che intendono assai bene le leggi di pretta Natura. Nè si persuada alcuno, che io voglia far da declamatore a questo proposito. L’amicizia è stata sempre consagrata da’ Morlacchi da’ tempi fuor di memoria, ed Ovidio in più luoghi parlando de’ Geti, da cui, come più volte repetemmo, discendono in buona parte i nostri Morlacchi, ne fa aperta testimonianza

     Scilicet hic etiam, qua nulla ferocior ora est
          Nomen amicitiæ barbara corda movet.

Ep. 2. ad Cot. Pont. lib. 3.

  1. „ Le amicizie fra Uomo, e Donna, dice il Fortis, non si stringono a’ giorni nostri con tanta solennità: ma forse in più antiche, e innocenti età si è usato di farlo. „ Va benissimo. Egli dice una verità, che perde il pregio, volendola confermar con quattro versi, che niente provano.

    „ Dozivgliega Vila Posestrima
         „ S’Velebite Visloke Planine
         „ Zloga sio Kragliu Radoslave:
         „ Eto nate dvanajest delja.

    Pis. od Rados.

    traduce il Fortis.

    Ma una Fata Posestrima chiamollo
         Dell’Alpi Bebie dall’eccelsa vetta:
         Re Radoslavo in tua malora siedi.
         Ecco sopra di te dodici armati.

    Canz. di Rados.

    La parola Posestrima unita a Fata non prova mica; che la Fata sia stata veramente Posestrima del Re Radoslavo, poichè Fata a’ Poeti Illirici è lo stesso, che agl’Italiani dir Musa, specialmente nel senso presente. Ma una Musa può essere Posestrima, che nella mente de’ Poeti? Dall’altra parte, se anche si fosse data una Fata, che fosse stata Posestrima del Re Radoslavo, non si può conchiudere con ciò, che i legami di tale amicizia fossero stati fatti a’ piedi dell’altare con quella solennità, che si stringono fra gli uomini a’ giorni nostri. La ragion è, che le Sorelle rispettive de’ Pobratimi vengono da essi chiamate Posestrime anche al presente, senza, che vi preceda cerimonia veruna. Non si vuol peraltro attribuir delitto al Fortis uno sbaglio, così innocente.