Pagina:Alberti, Leon Battista – Opere volgari, Vol. III, 1973 – BEIC 1724974.djvu/417

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istorietta amorosa 413
avanzante gli altri di ornate bellece (F19 H2 fatecce) ad aquistare la dilectione di la badessa la quale havia molta consolatione di vederlo. Unde per questo mossasi da tenereza deliberò con uno honestissimo modo fare che lui venisse in loco dove veder potesse Lionora (F13 F19 H2 che lui vedesse Lionora) a suo dilecto. E dite alchune parole di molta speranza confortò la madre, a la quale continuando nel parlare gli disse (F19 H2 om. gli): Gientil donna, diceti ad (p. 8, 3)
p. 280, 22 L’abatessa già fisso guardando nel fronte del giovene (F13 F19 H2 ad Ippolito) e vedutolo come rosa colorito (F13 colorita) desiderava in tutto di contentarlo extimando che non meno li giovasse el piacere del giovane se lei medesma cotale (H2 con tale) gaudio sentisse e tal piacere. Unde (H2 si stesse. Unde) disposta al servicio del giovane: Figliol, diss’ella, se alla ...
p. 280, 25 (dopo al tuo fine): Ma Dio non voglia che io prometesse (F19 Ma cessilo Idio ch’io permettesse) tanta crudelitate, e se io mi fusse più cruda e dura che sasso come io non sono, ançi pietà et amore me intenerisse il cuore, non porrei negarti cosa che tu cierchasti, perché il tuo gratioso parlare merita esser exaudito, et cossì io vinta dalla ...
p. 280, 36 (dopo e serratola): dentro, se ne andò via tassando Hippolyto e la fanciulla dentro serati. Unde è da existimare che ella atrovasse qualche secreto loco o figura o altro buso de la camera per veder il fine de la cosa per suo piacere e contento, maxime come li dicti giovani l’uno scoprisse a l’altro el suo amore, e quale fussero le parole che egli havessero ad usare insieme. Di che per poco intervallo di tempo Liunora, vedendosi sola in camera secondo ...


Ad eccezione del primo, tutti questi passi riguardano la personalità della badessa, la quale appare per conseguenza, in questa versione ’settentrionale’, sotto una luce alquanto equivoca. Delle due possibili ipotesi, che essi siano passi aggiunti al racconto originale, o che siano parti integrali dell’originale tolte poi per scrupoli morali o religiosi nelle versioni ’toscane ’, la prima pare di gran lunga più probabile. E che il responsabile di tali aggiunte sia stato proprio Felice Feliciano sembra potersi inferire dal fatto che tre dei quattro codici che le contengono furono copiati da lui. A conforto di questa supposizione stanno alcune varianti dei testi da lui copiati; per esempio la seguente elaborazione della fine della novella, che figura soltanto nel cod. H2:

p. 287, 19 sgg. tutti parevano d’un sangue nati. Et cossi feceno inseme perpetua la lor pace. Hipolyto, liberato per vertù di amore da la morte,