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VITA DI DANTE | 77 |
Ma solo chi crede che i fiori fàcciano la primavera, e non la primavera i fiori, può crèedere che i versi e le prose fàcciano le nazioni, e non sìano meri frutti e indizii della loro vita politica e morale, e òpera sopratutto di quella sorte che nel fondo dell'Inghilterra, in casa d'un macellaio, fa nàscere il divino Shakespear.
Dacchè per la nostra letteratura ha dovuto per forza dei tempi assùmere dignità di ministerio civile, e questa sola persuasione basta a conferirle decenza e dignità, era naturale ch'ella cercasse soprattutto ricongiùngersi ad uno scrittore, che, oltre all'èssere più grande e più antico, era più profondamente impresso di quella splèndida persuasione che le lèttere sìano una irresistìbile arme civile.
È per ciò che nel nòvero degli illustratori di Dante o dei coltivatori delle controversie dantesche si riscòntrano i più illustri nome del sècolo. Pare che nessun bell'ingegno si rassegni a lasciar questa vita, senza legare all'Italia una nota istòrica, uno schiarimento scientìfico, una riforma almeno d'un punto e d'una vìrgola nel testo della Divina Comedia. È inùtile rammentare Fòscolo, Monti, Perticari, l'Autore del Veltro Allegòrico, e gli altri tutti, sacerdoti del Dio Dante; qi quali ora s'aggiunge Balbo di torino. Balbo, s'apprese al principio, omai posto in piena luce, che, essendo l'Alighieri poeta civile, non lo si possa apprezzare nè còmprendere, senza riferirlo agli eventi ed alle persone fra cui visse, e verso cui volse gli odii e le speranze. Laonde questa Vita di Dante è in parte un memoriale delle vicende di quell'età sanguonosa, che vide il supplicio dei tempari e la balestra di Guglielmo Tell, che inalzò il patibolo di Corradino e lo vendicò nei Vespri di Palermo.
Chi dall'aquilino e arcigno profilo, dalle rugose labbra e dall'austero capuccio di Dante se lo imàgina un'ànima dura e inàmabile, s'inganna a partito. Dante fu il vero cavaliere del medio evo; uno degli ùltimi di quella stirpe romanzesca, che viveva tra i tornamenti e i duelli; e cantando di gloria e d'amore andava a morire nelle crociate. Nella crociata di Currado Imperatore era morto l'antenato suo Cacciaguida, dopo avervi con-