Pagina:Boccaccio, Giovanni – Opere latine minori, 1924 – BEIC 1767789.djvu/309

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nota 303


Come s’è avvertito in precedenza, l’autenticitá dei Versus non è ormai piú sfiorata dal sospetto1. La loro composizione cadrá dentro l’ultimo anno della vita del poeta, poiché di essi non è parola dove il luogo parrebbe comportare almeno un accenno, vale a dire nell’epistola a Francesco di Brossano del 7 novembre 1374 (qui, p. 222 sgg.). Forse la poesia sará stata inviata appena buttata giú al genero stesso del Petrarca ovvero ad alcuno dei dotti padovani, per esempio a Lombardo della Seta, e quindi giá conosciuta a Padova nel frattempo che il Bocc. dedicava, si può dire, gli estremi suoi giorni all’infaticata revisione.

VIII. — Fu inciso sulla lastra tombale che coperse la sepoltura del Bocc. in mezzo al pavimento della canonica dei SS. Michele e Iacopo di Certaldo e che piú tardi fu spezzata ed andò in gran parte distrutta; l’iscrizione restò ben presto logorata dai piedi delle persone, ma sullo scorcio stesso del Trecento fu replicata in una lapidetta di forma quasi quadrata oggi affissa al muro della chiesa sotto al busto del poeta e ad un’altra memoria del 15032. In questa lapidetta da prima si presenta il tetrastico; la quinta riga dice: «Hec Iohannes Bocchaccius de se ipso»; segue nelle ultime tredici l’elogio dettato da Coluccio Salutati3. Nessun dubbio è possibile sulla veritá dell’affermazione che attribuisce al Bocc. l’epitafio4.



  1. Se ne fecero interpreti gli ultimi due editori dell’Africa, F. Corradini (nel vol. Padova a F. Petrarca nel quinto centenario dalla sua morte, Padova, 1874, p. 98 sg., in n. [2] a p. 83) e N. Festa (L’Africa, ediz. critica, Firenze, 1926, p. xlii sg.).
  2. Per queste vicende della lastra tombale e del cenotafio cfr. Giorn. stor., LXV, pp. 415-6.
  3. La forma Bocchaccius, cosí nella dicitura riferita come nel v. 3 dell’epitafio, è aliena dall’uso del Nostro e risalirá allo scalpellino.
  4. Ciò nondimeno il Wilkins lo incluse tra gli scritti d’incerta autenticitá (An introduct. Bocc. bibliography cit., p. 122). Di nessun vantaggio ci sono in questo caso i mss., eccezion fatta per il ricordato (qui, p. 296) Laur. Gadd. Rel. 75 di Agnolo Bencivenni, il quale trascrisse con esattezza letterale la lapidetta di Certaldo (come dimostra il ricorrere, dopo il tetrastico, della frase «Hec Iohannes Bocchaccius de se ipso», seguita dalle parole «Coluccius Pyerius hec subiunxit» e dai 12 versi colucciani); esso documenta per conseguenza che la lapide stessa fu incisa prima della fine del secolo XIV. Il codice del Silvestri, O (c. 58 v), reca una variante notevole nel primo verso:

    Conspicui sub mole iacent hac ossa Iohannis,


    che non può davvero risalire al modestissimo poeta; si avrá qui un intervento di qualche ammiratore, forse del Silvestri medesimo. Ai mss. quattrocenteschi indicati