Pagina:Boccaccio, Giovanni – Elegia di Madonna Fiammetta, 1939 – BEIC 1766425.djvu/102

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96 l'elegia di madonna fiammetta


simile il diceva al grande Ettore24; appresso al quale traendosi un altro avanti in simile abito ornato, e con viso non meno ardito, avendo del mantello l’un lembo sopra la spalla gittatosi, con la sinistra maestrevolmente reggendo il cavallo, quasi un altro Achille25 il giudicava; seguendone alcuno altro, pallando la lancia, e postergato lo scudo, li biondi capelli avendo legati con sottile velo forse ricevuto dalla sua donna, Protesilao26 gli si udia chiamare; quindi seguendone un altro con leggiadro cappelletto sopra i capelli, bruno nel viso, e con barba prolissa, e nell’aspetto feroce, nomava Pirro29; e alcuno piú mansueto nel viso, biondissimo e pulito, e piú che altro ornatissimo, lui credere il troiano Paris, o Menelao27 dicea possibile. Egli non è di necessitá il piú in ciò prolungare la mia novella: egli nella lunghissima schiera mostrava Agamennone28, Aiace30, Ulisse, Diomedes, e qualunque altro greco, frigio o latino fu degno di lode. Né poneva a beneplacito cotali nomi, anzi con ragioni accettevoli fermando li suoi argomenti sopra le maniere de’ nominati, loro debitamente assomigliati mostrava: per che, non era l’udire cotali ragionamenti meno dilettevole, che il vedere coloro medesimi di cui si parlava.

Essendo adunque la lieta schiera due o tre volte, cavalcando con picciolo passo, dimostratasi a’ circustanti, cominciavano i loro aringhi; e diritti sopra le staffe, chiusi sotto gli scudi, con le punte delle lievi lance tuttavia egualmente portandole quasi rasente terra, velocissimi piú che aura alcuna, corrono i loro cavalli; e l’aere esultante per le voci del popolo circustante, per li molti sonagli, per li diversi strumenti, e per la percossa del riverberante mantello del cavallo e di sé, a meglio e piú vigoroso correre li rinfranca. E cosí tutti veggendoli, non una volta ma molte, degnamente ne’ cuori de’ riguardanti si rendono laudevoli. Oh, quante donne, quale il marito, quale l’amante, quale lo stretto parente veggendo tra questi, ne vidi giá piú fiate sommissimamente rallegrare! Certo assai, e non che esse, ma ancora le strane. Io sola, ancora che ’l mio marito vi vedessi o vi veggia, e con esso i miei parenti, dolente li riguardava, Panfilo non veg-