Pagina:Boccaccio - Decameron I.djvu/422

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418 indice
Novella nona |||
 p. 326

Messer Guiglielmo Rossiglione dá a mangiare alla moglie sua il cuore di messer Guiglielmo Guardastagno ucciso da lui ed amato da lei; il che ella sappiendo poi, si gitta da un’alta finestra in terra e muore, e col suo amante è sepellita.

Novella decima |||
 p. 329

La moglie d’un medico per morto mette un suo amante, adoppiato, in un’arca, la quale con tutto lui due usurieri se ne portano in casa; questi si sente; è preso per ladro; la fante della donna racconta alla signoria sé averlo messo nell’arca dagli usurieri imbolata, laonde egli scampa dalle forche ed i prestatori d’avere l’arca furata son condannati in denari.

Chiusa |||
 p. 337


Giornata quinta |||
 p. 341
Introduzione |||
   » 343
Novella prima |||
   » 344

Cimone amando divien savio, ed Efigenia sua donna rapisce in mare; è messo in Rodi in prigione, onde Lisimaco il trae, e da capo con lui rapisce Efigenia e Cassandrea nelle lor nozze, fuggendosi con esse in Creti; e quindi, divenute lor mogli, con esse a casa loro son richiamati.

Novella seconda |||
 p. 354

Gostanza ama Martuccio Gomito, la quale, udendo che morto era, per disperata sola si mette in una barca, la quale dal vento fu trasportata a Susa; ritruoval vivo in Tunisi; palesaglisi, ed egli, grande essendo col re per consigli dati, sposatala, ricco con lei in Lipari se ne torna.

Novella terza |||
 p. 360

Pietro Boccamazza si fugge con l’Agnolella; truova ladroni; la giovane fugge per una selva, ed è condotta ad un castello; Pietro è preso, e delle mani de’ ladron fugge, e dopo alcuno accidente cápita a quel castello dove l’Agnolella era, e sposatala, con lei se ne torna a Roma.

Novella quarta |||
 p. 367

Ricciardo Manardi è trovato da messer Lizio di Vaibona con la figliuola, la quale egli sposa, e col padre di lei rimane in buona pace.

Novella quinta |||
 p. 372

Guidotto da Cremona lascia a Giacomin da Pavia una fanciulla, e muorsi; la qual Giannol di Severino e Minghino di Mingole amano in Faenza; azzuffatisi insieme; riconoscesi la fanciulla esser sirocchia di Giannole, e dassi per moglie a Minghino.