Pagina:De Sanctis, Francesco – Saggi critici, Vol. III, 1974 – BEIC 1804859.djvu/109

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ugo foscolo i03


sei tu: e lá, cenere muto, vivi ancora, operi, hai un’azione sull’umanitá. Lá, tu parli ancora a’ tuoi, tu raccomandi a’ concittadini la santitá della vita, tu ispiri i fatti magnanimi; lá vengono a interrogarti i secoli, a evocarti i poeti e gli eroi; e tu produci ancora, tu generi di te i grandi uomini. — Su questa base generale della natura umana sorge la fraternitá de’ secoli e delle nazioni, e i fantasmi d’Ilio e di Maratona si confondono con le ombre di Galileo e di Alfieri: mitologia, antichitá, tempi moderni sono inviluppati in una stessa atmosfera, parlano la lingua universale delle tombe, e la pietá delle prime «umane belve» e la «pietosa insania» delle vergini britanne ti par contemporanea. Mondo delle ombre c delle illusioni, da cui esce rifatto il mondo interiore della coscienza, esce l’uomo restituito nella sua fede, ne’ suoi affetti e ne’ suoi sentimenti; perché solo chi ha viscere umane, chi ha coscienza d’uomo, può trovare ne’ sepolcri quelle ombre e quelle illusioni. I monumenti marmorei sono inutile pompa a quelli che non hanno vita interiore, e che ancor vivi sono giá uomini morti e seppelliti.

Tale è questo mondo di Foscolo, il risorgimento delle illusioni, accanto al risorgimento della coscienza umana. L’immaginazione non ci sta per sé, e non lavora dal di fuori, come è in Vincenzo Monti; ma è il prodotto della coscienza, è fatta attiva da’ sentimenti piú delicati e piú virili della vita pubblica e privata. O piuttosto non è semplice immaginazione, è fantasia, che è nell’arte quello che nella vita è la coscienza, il centro universale e armonico dello spirito. Quei fantasmi che escono dalle tombe non sono i’ prodotto ozioso dell’immaginazione; sono le creature di tutta l’anima nella serietá delle sue credenze e dei suoi affetti, perciò forme, che hanno in sé le orme della loro origine, e, come direbbe Platone, ricordevoli, penetrate e improntate di quei pensieri e di quei sentimenti che le hanno create; anzi è qui, in questi pensieri e in questi sentimenti, che hanno la loro poesia. Il silenzio di mille secoli sarebbe stupido, se non avesse a fronte l’armonia delle Muse, animatrici del pensiero umano. E che sono quelle urne, se non vi aggiungi: «confortate di pianto»? Cassandra che guida