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56 DELLA CONDIZIONE GIURIDICA

di giustizia e di umanità nei costumi e nelle leggi dei popoli moderni.

Torna certamente ad onore d'Italia l'avere avuto fra i suoi grandi scrittori dei secoli XIII e XIV i primi banditori di più elevati concetti intorno alla dignità del sesso femminile, ispiratisi in pari tempo ai grandi ideali del Cristianesimo e alle tradizioni del platonismo. Chi infatti può non attribuire sotto quel rispetto un'altissima importanza ai cantori di Beatrice e di Laura, sia nella storia del pensiero italiano, sia in quella del pensiero moderno in generale? È un errore il non vedere nell'indirizzo dantesco e petrarchesco altro che un ritorno al platonismo, dimenticando la contemporanea, e pur evidentissima influenza del Cristianesimo, ed anche non pensando che qualunque ne sia stata l'origine, esso ebbe altresì profonda e durevole influenza sul pensiero dei contemporanei e dei posteri. Chi vorrà negare che quei grandi scrittori abbiano possentemente contribuito alla moderna educazione intellettuale del popolo italiano? Ma di questa educazione ha sempre fatto parte, più che molti forestieri non pensino, il rispetto delle donne e il riconoscimento delle loro attitudini intellettuali e morali, di guisa che fra noi si videro prima e più che in altra nazione moderna, salir donne in fama non solo per virtù domestiche, ma eziandio per dottrina e per civile virtù, partecipando in tutti i sensi alla vita nazionale col consenso di tutti, e senza invidia di nessuno.

Ebbe pure l'Italia nel secolo XIV il primo scrittore moderno, che pose in rilievo i grandi servigi d'ogni genere resi dalle donne alla società umana ed alla civiltà. Alludo al Boccaccio e al suo libro Delle donne illustri1. In quest'opera il Certaldese, rinnovando l’esempio di Plutarco, fa la biografia di moltissime donne celebri, per la maggior parte greche e romane, adducendo esempi di ogni specie di valore e di virtù. Che anzi

  1. Scritto in latino col titolo: De claris fœminis.