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Pagina:Il Canzoniere di Matteo Bandello.djvu/156

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Il Canzoniere 153


XCVII.

La celebrata beltà della Mencia è qui fatta degna di trionfal fama e del canto dei maggiori poeti.
        Per la mossa ed il concetto fondamentale del sonetto, cfr. Petrarca, Canz., CLXXXVI, e già, in questo Canzoniere, il Bandello medesimo al son. XVI.


Se ’l gran Poeta che cantò d’Ulisse,
     E del tanto lodato Achille ancora,
     Di Voi cantasse, la sua fama fora
     4Per Voi più chiara, che per quei che scrisse.
Se quel che seco a par cantando disse
     Le fatiche d’Enea, vivesse ancora.
     L’alto suo stil in Voi spendendo ognora,
     8Visso esser non vorrebbe quando visse.
Che delle grazie, e raro valor vostro
     È tal il prezzo, e sì famoso stuolo,
     11Che tal non ha latino o greco inchiostro.
E chi di Voi ragiona vosco a volo
     Si leva ornato non di gemme, o d’ostro,
     14Ma di chiar nome all’uno e all’altro polo.


V. 10. Prezzo, lat. pretium, pregio; e la copia, lo stuolo.

V. 11. Tal, quale non fu mai celebrato da poeti latini e greci. Similmente il Petrarca in Canz., XCVIII, v. 68.

V. 12. Vosco, con voi si renda famoso, non per gemme e per ostro, porpora.

V. 14. All’uno e all’altro polo, frase che ricorre altre volte, come si disse in Introduzione, p. 10; cfr. Canz. CII, v. 15; Canzone CLXXXVIII, V. 51, e Canti XI, in C. I, str. 7; e Petrarca, Canz., CCLXXXVII, v. 5.