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a 460] | trattato della pittura - indice | 309 |
413. Precetto di pittura |||
414. Del fingere un sito selvaggio |||
415. Come devi far parere naturale un animale finto |||
416. De’ siti che si debbono eleggere per fare le cose che abbiano rilievo con grazia |||
417. Del dividere e spiccare le figure dai loro campi |||
418. Della differenza delle figure in ombre e lumi, poste in diversi siti |||
419. Del fuggire l’improporzionalità delle circostanze |||
420. Corrispondano i corpi, sì per grandezza come per ufficio, alla cosa di cui si tratta |||
421. De’ termini de’ corpi detti lineamenti, ovvero contorni |||
422. Degli accidenti superficiali che prima si perdono per le distanze |||
423. Degli accidenti superficiali che prima si perdono nel discostarsi de’ corpi ombrosi |||
424. Della natura de’ termini de’ corpi sopra gli altri corpi |||
425. Della figura che va contro il vento |||
426. Delle finestre dove si ritraggono le figure |||
427. Perchè misurando un viso e poi dipingendolo in tale grandezza esso si dimostrerà maggiore del naturale |||
428. Se la superficie d’ogni corpo opaco partecipa del colore del suo obietto |||
429. Del moto e corso degli animali |||
430. De’ corpi che per sè si muovono o veloci o tardi |||
431. Per fare una figura che si dimostri esser alta braccia quaranta in spazio di braccia venti ed abbia membra corrispondenti, e stia dritta in piedi |||
432. Per fare una figura nel muro di dodici braccia, che apparisca d’altezza di ventiquattro braccia |||
433. Pittura e sua membrificazione e componitori |||
434. Pittura e sua definizione |||
435. Pittura a lume universale |||
436. De’ campi proporzionati ai corpi che in essi campeggiano, e prima delle superficie piane d’uniforme colore |||
437. Pittura: di figura e corpo |||
438. Pittura: mancherà prima di notizia la parte di quel corpo che sarà di minor quantità |||
439. Perchè una medesima campagna si dimostra alcuna volta maggiore o minore ch’essa non è |||
440. Pittura |||
441. Delle città ed altre cose vedute all’aria grossa |||
442. De’ raggi solari che penetrano gli spiracoli de’ nuvoli |||
443. Delle cose che l’occhio vede sotto sè miste infra nebbia ed aria grossa |||
444. Degli edifici veduti nell’aria grossa |||
445. Della cosa che si mostra da lontano |||
446. Della veduta di una città in aria grossa |||
447. De’ termini inferiori delle cose remote |||
448. Delle cose vedute da lontano |||
449. Dell’azzurro di che si mostrano essere i paesi lontani |||
450. Quali sono quelle parti de’ corpi delle quali per distanza manca la notizia |||
451. Perchè le cose quanto più si rimuovono dall’occhio manco si conoscono |||
452. Perchè le torri parallele paiono nelle nebbie più strette da piedi che da capo |||
453. Perchè i volti da lontano paiono oscuri |||
454. Perchè l’uomo visto a certa distanza non è conosciuto |||
455. Quali sono le parti che prima si perdono di notizia ne’ corpi che si rimuovono dall’occhio, e quali più si conservano |||
456. Della prospettiva lineare |||
457. De’ corpi veduti nella nebbia |||
458. Delle altezze degli edifici visti nelle nebbie |||
459. Delle città ed altri edifici veduti la sera o la mattina nella nebbia |||
460. Perchè le cose più alte poste nella distanza sono più oscure che le basse, ancorachè la nebbia sia uniforme in grossezza |||