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416 malmantile racquistato

20.
Paolin cieco1, il qual non ha suoi pari
Nel fare in piazza giocolare i cani,
E vende l’operette ed i lunari,
E proprio ha genio a star co’ ciarlatani,
Pensato ch’ei farebbe gran denari
Se quel bestion venisse alle sue mani,
Perch’avrebbe a mostrarsi quel gigante
Più calca che non ebbe l’elefante2;
21.
Così presa fra sè risoluzione,
Va in corte a Bieco e lo conduce fuora:
Gli dice il suo pensiero e lo dispone
A chieder il gigante a Celidora;
E Bieco andato a ritrovar Baldone
Tanto l’insipillò3, ch’allora allora
Ei corre alla cugina e gliene chiede,
Ed ella volentier glielo concede.
22.
Ed ei lo dona a Bieco e a Paolino
Col carro e tutte l’altre appartenenze;
Ed eglino con tutto quel traíno4,
Fatte col duca già le dipartenze,
Si messero di subito in cammino
Indrizzati alla volta di Firenze;
Poi giuntì là di buona compagnia
Fermansi in piazza della Signoria.

  1. St. 21 Paolin cieco.ecc. Vedi c. XI, 22. (Nota transclusa da pagina 475)
  2. L'elefante. Parla di un elefante che fu condotto in Firenze ai tempi dell’autore. (Nota transclusa da pagina 475)
  3. St. 21 Inspillò. Pregò instantemente, stimolò. (Nota transclusa da pagina 475)
  4. St. 22 Traìno. Comunemente Tráino. (Nota transclusa da pagina 475)