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132 CAPO VII.

prescritte di servizio militare e di tributo, gli antichi possessori. Ma fu notabile in questo la prudenza civile. Perciocchè i capi o conduttori delle anzidette colonie etrusche vi aggregarono politicamente tutti gli uomini liberi del già soggettato territorio, sia ch’essi fossero onorevoli campagnuoli, sia municipali. Forse ancora in ciò s’accordarono con esso loro per iscambievoli patti. Di tal modo che gli uomini drittamente ingenui o Liguri d’origine, od Umbri, od Osci che si fossero, vi stavano commischiati e uniti per concordia con i nuovi signori1; v’erano ammessi alla parentela di quelli; davano forza al comune; ed insieme vi partecipavano il dritto di città, siccome membri ascritti alle sue tribù, o divisioni fondamentali della cittadinanza raccolta nelle stesse mura. E se in Mantova, mista di razze diverse, la forza del sangue etrusco vi stava composta di tre rami distinti, nel modo che dice il suo più grande cittadino2, ragion vuole

    del territorio: questo era di diritto un bene comune, la cui possessione utile veniva soltanto concessa altrui dallo stato.

  1. Iunctosque a sanguine avorum
    Mœonios italis permixta stirpe colonos.
    Silv. iv. 722.

    Meglio che l’autorità d’un poeta conferma il fatto la promiscuità dei cognomi attestata per moltissime iscrizioni. Vedi p. 62. p. 121. ed appresso cap. xiv. xviii.

  2. Vedi p. 110. nota 47. Ottima è la sposizione di Servio: quia Mantua tres habuit populi tribus. . . et robur omne de Lucumonibus habuit: cioè a dire che tirava sua forza dai fondatori etruschi.