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Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo I, Classici italiani, 1822, I.djvu/368

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libro terzo 319

più chiaramente ne dice il march. Maffei (Verona Illustr. part. 2, l. 11. Di un Rabirio è fatta onorevol menzione da Ovidio:

Magnique Rabirius oris.
                         L. 4, el. ult.


Ma valoroso poeta singolarmente esser dovea L. Giulio Calidio di cui così parla Cornelio Nipote (in Vit. Attici): L. Julium Calidium, quem post Lucretii Catullique mortem multo elegantissimum poetam nostram tulisse aeatem, vere videor posse contendere. Vario ancora e Tucca, i due grandi amici di Virgilio e di Orazio, esser dovettero eccellenti poeti. Certo di Vario parla Orazio con grande elogio, singolarmente ove dice:

Scriberis, Vario fortis et hostium
Victor, Moeonio carminis aliti.
                                        L. 1, od. 6.


Emilio Macro, Veronese di patria, scrisse in versi dell’erbe, de’ velenosi serpenti e degli uccelli. Di lui parla Ovidio:

Saepe suas volucres legit mihi grandior aevo;
     Quaeque nocet serpens, quae juvet berba, Macer.
                                        De Ponto l. 4, el. 10.


Intorno a questo poeta più cose si posson vedere presso il march. Maffei (loc. cit.). Vuolsi

  1. Intorno alla Vita e all’Opere di C. Cassio è stato pubblicato nel 1779 in Parma un Saggio del dottor Giuseppe Bonvicini parmigiano.