Paternità

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Cesare Pavese

Italo Calvino 1935 Indice:Pavese - Poesie edite e inedite.djvu poesie letteratura Paternità Intestazione 5 marzo 2024 100% Da definire

Un ricordo Alter ego
Questo testo fa parte della raccolta Poesie edite e inedite


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Paternità

Uomo solo dinanzi all’inutile mare,
attendendo la sera, attendendo il mattino.
I bambini vi giocano, ma quest’uomo vorrebbe
lui averlo un bambino e guardarlo giocare.
Grandi nuvole fanno un palazzo sull’acqua
che ogni giorno rovina e risorge, e colora
i bambini nel viso. Ci sarà sempre il mare.

Il mattino ferisce. Su quest’umida spiaggia
striscia il sole, aggrappato alle reti e alle pietre.
Esce l’uomo nel torbido sole e cammina
lungo il mare. Non guarda le madide schiume
che trascorrono a riva e non hanno piú pace.
A quest’ora i bambini sonnecchiano ancora
nel tepore del letto. A quest’ora sonnecchia
dentro il letto una donna, che farebbe l’amore
se non fosse lei sola. Lento, l’uomo si spoglia
nudo come la donna lontana, e discende nel mare.

Poi la notte, che il mare svanisce, si ascolta
il gran vuoto ch’è sotto le stelle. I bambini
nelle case arrossate van cadendo dal sonno
e qualcuno piangendo. L’uomo, stanco di attesa,
leva gli occhi alle stelle, che non odono nulla.
Ci son donne a quest’ora che spogliano un bimbo
e lo fanno dormire. C’è qualcuna in un letto
abbracciata ad un uomo. Dalla nera finestra
entra un ansito rauco, e nessuno l’ascolta
se non l’uomo che sa tutto il tedio del mare.