Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/1117

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[p. 417 modifica] (formato però non da altro verbo, ma da nome, come altri pure de’ precedenti, che cosí pure usa felicemente l’italiano): vedi in questo proposito p. 1240-'42' e nota che i verbi in eggiare par che almeno talvolta abbiano un valore effettivamente continuativo, come fronteggiare, scarseggiare e molti, ma molti altri, e in diversi sensi continui, ben distinguibili dal frequente e dal diminutivo; biancheggiare, rosseggiare, neutri ec.; arsicciare (siccome in latino ustulare, che anche i latini hanno i loro verbi puramente diminutivi); ora l’una e l’altra insieme, al modo de’ verbi latini in itare, come canticchiare, canterellare, formicolare ec. (vedi il Monti a questa voce e alla voce frequentativo). E di altre tali formazioni di verbi e d’altre voci; formazioni arditissime, utilissime a significare le differenze delle cose e [p. 418 modifica]moltiplicare l’uso delle radici, senza confonderne i significati, abbonda la lingua italiana in modo singolare, e piú (credo io) che la latina e la stessa greca; ma, de’ continuativi manca affatto, se alle volte non dà come mi pare, questo o simile significato a qualche frequentativo o vogliamo spesseggiativo; vedi p. 1155. Manca pure, cred’io, la detta facoltà alla lingua greca, sí gran maestra nel diversificare e modificare le sue radici e moltiplicare le significazioni; ma per affermarlo mi bisognerebbe piú lunga considerazione. E nella stessa lingua latina, ch’ebbe questa bella facoltà da principio, sembra che poi andasse in disuso e in dimenticanza, continuando forse talvolta ad usarsi, con formare nuovi verbi di tal fatta, ma con una nozione confusa e non precisa del valore di tal formazione e con significato non ben distinto dagli altri verbi, come fecero pure de’ continuativi già formati e introdotti.