Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/1173

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[p. 460 modifica] difesa da molti e molti politici ec. e conservata poi nel fatto anche contro le teorie, come necessaria al comodo, alla perfezione, al bene, alla civiltà della società. E quello che dico della moneta, dico pure delle derrate che ci vengono da lontanissime parti, mediante le stesse o simili miserie, schiavitú ec., come il zucchero, caffé ec. ec., e si hanno per necessarie alla perfezione della società. Vedi p. 1182.

E vedete da questo come la civiltà (secondo il costume di tutte le false teorie) contraddica a se stessa anche in teorica ed oltracciò non possa sussistere senza circostanze che ripugnano alla sua natura e sono assolutamente incivili, anzi barbare in tutta la verità e la forza del termine. Sicché la perfetta civiltà non può sussistere senza la barbarie perfetta, la perfezione della società senza la imperfezione (e imperfezione nello stesso senso e genere in cui s’intende la detta perfezione) e tolta questa imperfezione si taglierebbero le radici alla pretesa perfezione della società.

Torno a domandare se tali contraddizioni ed assurdi è presumibile che fossero ordinati e disposti primordialmente dalla natura intorno alla perfezione, vale a dire al ben essere della principal creatura terrena, cioè l’uomo.