Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/2496

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[p. 274 modifica] un ardore incredibile che lo trasporta verso la felicità, con la maggior forza possibile per poter gustare e sostenere i piaceri e anche fabbricarseli coll’immaginazione, procurarseli coll’opera ec., in un’età a cui tutto sorride e porge quasi spontaneamente i diletti, contuttoché sia privo del disinganno e però veda le cose sotto il piú bell’aspetto possibile, e di piú essendo nuovo e inesperto dei piaceri sia ancor lontano e ben difeso dalla sazietà e capace di dar peso a ogni godimento, non gode mai nulla e pena piú d’ogni altro, e si sazia piú presto; e tanto piú quanto egli è piú vivo (cosí spesso il Casa) e sensitivo ec., e quindi per necessità piú amante di se stesso). Ora la misura dei [p. 275 modifica]desiderii, la loro copia, vivezza ec. è sempre in proporzione della misura, vivezza, energia, attività dell’amor proprio. Giacché il desiderio non è d’altro che del piacere, e l’amor della felicità non è altro che il desiderio del piacere, e l’amor della felicità non è altro che l’amor proprio (24 giugno 1822). Vedi p. 2528.


*    Quindi osservate che tutto quanto si dice dell’amor proprio si deve anche intendere