<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2646&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20151205204840</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2646&oldid=-20151205204840
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 2646 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 352modifica] delle cognizioni, de’ pensieri di ciascuno di noi. Quindi l’interesse che ispirano le dette storie e loro parti e tutto ciò che loro appartiene; interesse unico nel suo genere, come fu osservato da Chateaubriand (Génie ec.); interesse che non può esserci mai ispirato da verun’altra storia, sia anche piú bella, varia, grande, e per se piú importante delle sopraddette; sia anche piú importante per noi, come le storie nazionali. Le suddette tre sono le piú interessanti, perché sono le piú note; perché sono le piú domestiche, familiari, pratiche, e quasi strette parenti di ciascun uomo civile e colto, ancorché di patria diversissimo da queste tre nazioni. E perciò elle sono le piú, anzi le sole, feconde di argomenti storici veramente propri d’epopea, di tragedia ec.