Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/2731

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[p. 401 modifica] filosofici, e a questi pensieri non somministrati ma occasionati dalla storia naturale, applicò l’eleganza delle parole, perch’essi n’erano materia capace. Ma i fisici, i matematici ordinariamente non possono e non vogliono andar dietro a tali pensieri, ma si ristringono alla sola scienza.


     Chiamo qui scienze esatte1 tutte quelle che, ancorché [p. 402 modifica]non sieno ancora giunte a un cotal grado di perfezione e di certezza, pure di natura loro debbono esser trattate colla maggior possibile esattezza, e non danno luogo all’immaginazione (della quale il Buffon fece grandissimo uso), ma solamente all’esperienza, alla notizia positiva delle cose, al calcolo, alla misura ec. (30 maggio 1823).


*   In proposito della prontissima decadenza della letteratura latina, e della lunghissima conservazione della greca, è cosa molto notabile, come dopo Tacito, cioè dall’imperio di Vespasiano in poi (fino al quale si stendono le

Note

  1. Le scienze al tutto esatte nel lor modo di dimostrare e nelle loro cognizioni, proposizioni, parti e dogmi, insegnamenti, soggetti ec., come sono le matematiche, lo Speroni (Dialoghi, Venezia, 1596, p. 194, mezzo) le chiama scienze certe. Generalmente però quelle che io qui intendo le chiama dimostrative (p. 160, mezzo - 161, principio ec. e così ragioni dimostrative, p. 181, opposte alle probabili e persuasive o congetturali); il qual nome abbraccia sì le esatte sì le men certe, speculative e morali o materiali ec. che sieno.