Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/2979

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[p. 112 modifica] gli ubbidiva; egli poetava già per instituto e quasi debito, per arte e per abitudine, arte e abitudine che in lui erano eccellentissime, e possono ai meno esperti sembrare impeto ed ὁρμὴ poetica, ma non sono e non paiono tali ai piú accorti, i quali in quegli ultimi libri desiderano la vena la προJυμία, l’alacrità di Virgilio. L’invenzione doveva essere stata da lui tutta concepita e disposta fin dal principio, com’é naturale in ogni buon poeta, e massime in un poeta di tant’arte e maestria. Quindi s’ella nel fine non è inferiore al principio, niuna maraviglia. L’immaginazione era cosí fresca quando inventava il fine del poema, come quando inventava il principio. Ma non minor forza, vivezza, attività, prontezza, fecondità [p. 113 modifica]d’immaginativa si richiede allo stile, ossia all’esecuzione che all’invenzione. Anzi si può dire che lo stile poetico, e nominatamente quello di Virgilio, sia un composto di continue, innumerabili e successive invenzioni. Ogni metafora, ogni aggiunto che abbia quella mirabile