[p. 152 modifica] questo linguaggio in lui colle ragioni e considerazioni stesse con cui si spiega in Omero. In Anacreonte v’ha pochissima mescolanza di dialetti (vedi Fabricius, Bibliotheca Graeca, in Anacr.). Certo il suo linguaggio è tutt’altro da quello di Omero. Esso è ionico. Saffo scrisse in eolico. Empedocle, benché siciliano e pittagorico, adoperò in vece del dorico l’ionico (vedi Fabricius in Empedocle, Giordani sull’Empedocle di Scinà, fine dell’articolo secondo). Forse che il dialetto ionico era allora il piú comune della Grecia? Probabile, pel gran commercio di quella nazione tutta marittima e mercantile. Forse quello che noi chiamiamo ionico non era in quel tempo che il linguaggio comune della Grecia, siccome poi lo fu con certe restrizioni l’attico, che nacque pur dall’ionico? Probabile ancora; e in tal caso sarebbe risoluta anche la quistione intorno ad Omero, il quale da tutti è riconosciuto per poeta principalmente ionico di linguaggio; e si confermerebbe la mia opinione, che il linguaggio da lui seguito non fosse allora che l’idioma comune di tutta la Grecia, siccome l’italiano