<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3608&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20150925120127</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3608&oldid=-20150925120127
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 3608 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 59modifica] non lascia però di essere alquanto freddo (e un carattere freddo sí nella vita sí ne’ poemi lascia freddo e senza interesse il lettore, o chi ha qualunque relazione reale con esso lui, o di lui ode o pensa); egli ha o mostra piú coraggio personale e valor di mano, ma queste qualità ci appariscono in lui come secondarie, e poco spiccano, e tale si è l’intenzione di Virgilio, il quale volle che ad esse nel suo Eroe prevalessero altre qualità, che non molto conducono, o piuttosto nuocono all’essere amabile. La pazienza in lui è simile a quella di Ulisse. La prudenza e il senno soverchiano ed offuscano le altre sue doti, non quanto in Goffredo, ma tuttavia troppo risaltano e troppo sono superiori all’altre sue qualità, e troppo è maggiore la parte ch’esse hanno. Troppa virtú morale, poca forza di passione, [p. 60modifica]troppa ragionevolezza, troppa rettitudine, troppo equilibrio e tranquillità d’animo, troppa placidezza, troppa benignità, troppa bontà. Virgilio descrive divinamente l’amor di Didone per lui: da questo, e quasi da questo solo, ci accorgiamo ch’egli è ancor giovane e bello; e sebben questo in lui non ripugna alla