Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3800

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[p. 187 modifica] natura sua ed alla natura universale, e quindi per uno e piú stati di somma infelicità, di somma imperfezione, sí rispetto a se medesima e sí a tutto il resto della natura. Una perfezione e felicità della quale essa specie per lunghissimi secoli, e infiniti individui suoi per tutta la vita loro, non solo non dovessero esser partecipi, ma averne anzi necessariamente tutto il contrario. Una perfezione e felicità le quali esigessero assolutamente gli estremi delle cose contrarie a loro, cioè gli estremi dell’imperfezione e dell’infelicità, senza i quali estremi essa perfezione e felicità della specie non avrebbero mai potuto aver luogo. Una perfezione e felicità di cui fosse proprio ed essenziale il dover nascere dall’estrema imperfezione e infelicità della specie, e il non poter nascere d’altronde né senza queste. Una perfezione e felicità ch’essenzialmente supponesse la somma corruzione e infelicitazione della specie per moltissimi secoli, e d’infiniti suoi individui per sempre. Conseguentemente domando se l’estrema barbarie e corruttela ch’ebbe [p. 188 modifica]luogo anticamente nelle nazioni antiche o moderne, spente o superstiti, passate o presenti, che divennero poi civili e quella che ancora ha luogo in tanto innumerabile quantità di popoli ancor selvaggi ec. ec. e che durerà per tempo indeterminabile e forse per sempre ec., domando, dico, se questa barbarie e corruzione, senza cui la civiltà non può né poté nascere, fu voluta e ordinata dalla natura, la quale, secondo costoro, volle e ordinò la civiltà dell’uomo. Domando pertanto se tutto ciò che di contrario alla natura ebbe ed ha luogo nelle società selvagge, primitive ec., fu ed è secondo natura. Domando se la natura rispetto