<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3974&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20190301130903</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3974&oldid=-20190301130903
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 3974 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 345modifica] sí generale sí della specie umana in particolare, e giova o nuoce alla felicità d’essa specie, ché nocendo, è certo che non corrisponde alla natura ec. Di quante incredibili abilità vediamo noi col fatto che moltissimi animali (fino ai pulci addestrati da non so chi a tirare un cocchietto d’oro) sono capaci, e lo videro gli antichi che ne raccontano maraviglia, corrispondenti alle moderne, benché alcune maggiori per la maggiore industria degli antichi, in questa come in tante altre cose, manifatture, lavori d’arte ec. Chi non le avesse udite da testimoni irrecusabili, o vedute cogli occhi proprii o ascoltate co’ proprii orecchi, neppur le avrebbe immaginate, né figuratasene la possibilità, la capacità, l’attitudine fisica in quella specie di animali, come, per esempio, elefanti, cani, orsi, gatti, topi (cosa vera) ec. ec., anche ferocissime e apparentemente le piú incapaci di disciplina e di mutar costumi ec. e di mansuefarsi [p. 346modifica]e obbedire agli uomini ec. Or chi dirà che tali abilità le quali accrescono le facoltà di quelli animali ec. fossero per ciò destinate dalla natura o generale o loro particolare ec., giovino alla loro felicità ec., e che le loro rispettive specie sarebbero piú perfette o meno imperfette, se tali abilità fossero in esse piú comuni o universali ec.? E senz’andar troppo lontano, quante proprietà, abilità ec. lontanissime dalla sua primitiva condizione, non acquistano tuttodí sotto i nostri occhi, e tuttodí esercitano, i cavalli da tiro, da maneggio ec., proprietà ed abilità che non ci fanno piú meraviglia alcuna, a causa dell’abitudine e frequenza, e che l’arte d’insegnar loro siffatte cose è comunissima e presentemente è da lungo tempo facile, ma né questa né quelle sono perciò men degne di maraviglia.