Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/4091

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[p. 11 modifica] colla stessa differenza dalla scrittura, che usano nel pronunziar le loro parole, perché sono male scritte. Ma se esse sono male scritte, le latine sono scritte bene, però s’hanno a pronunziar come sono scritte e non altrimenti; e gli stranieri mostrano di non ricordarsi che essi non pronunziano diversamente [p. 12 modifica]da quel che scrivono, se non perché vollero scrivere alla latina, e che l’origine di questa differenza tra il loro scritto e il parlato, e della loro scrittura falsa, fu l’aver voluto scrivere alla latina mentre parlavano in altro modo, e l’aver voluto seguitare materialmente la scrittura latina, non falsa ma vera. Ora avendola malamente voluta prendere per modello, e con ciò falsificata la loro scrittura, pretendono poi per questa cagione medesima che quella sia falsa come la loro, e perché la loro è falsa perciocché segue quella; il che è ben lepido (21 maggio 1824). Quelli poi che non hanno tolta l’ortografia loro da’ latini (sebben tutti in parte l’han tolta o immediatamente o mediatamente), e quelli che l’han tolta, in quelle cose in cui la loro non deriva da quella, ma è pur viziosa manifestamente perché ripugna al lor proprio alfabeto, tralascia lettere e sillabe che s’hanno a profferire, ne scrive che non s’hanno a pronunziare; come mai, dico, questi tali hanno da credere che l’ortografia latina sia e viziosa perché la loro lo è, e macchiata di quei vizi appunto che ha la loro, diversissimi poi in ciascuna, di modo che ciascuna nazione straniera pronunzia il latino diversamente? (21 mag. 1824).