Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/4092

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*   Alla p. 4064. Da questo ragionamento segue che la maggior parte degli animali (poiché la vita naturale dell’uomo è delle piú lunghe, e il suo sviluppo corporale è de’ piú tardi) sono anche per questa parte naturalmente piú felici di noi, tanto piú quanto il loro sviluppo è piú rapido, al che corrisponde in ragion diretta la brevità della vita, perché il Buffon osserva ch’ella è tanto piú breve quanto piú rapida è la vegetazione dell’animale (s’intende del genere, e spesso anche degl’individui rispetto al genere) l’accrescimento del suo corpo e facoltà, le sue funzioni animali per conseguenza, e il giungere allo stato [p. 13 modifica]di perfezione e maturità, e viceversa. Questo si osserva per lo meno in quasi tutti i generi anche vegetali (Buffon, nel capitolo, se non erro, della vecchiezza). Similmente discorrasi delle donne in proporzione ec. Ond’è che, per esempio, i cavalli, e poi di mano in mano gli altri di sviluppo piú rapido, sino a quegl’insetti che non vivono piú d’un giorno (vedi il mio Dialogo d’un Fisico e di un Metafisico) sieno tutti di mano in mano piú e piú disposti naturalmente alla felicità che non è l’uomo, non ostante che la brevità della vita loro sia nella stessa proporzione; la qual brevità o lunghezza non aggiunge e non toglie né cangia un apice nella felicità d’alcun genere di animali (né anche negl’individui), come ho dimostrato nel dialogo succitato e nel pensiero a cui questo si riferisce (21 maggio 1824).

Note