Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/4242

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[p. 178 modifica] cosa di quelle ch’ei portava nel cuor dell’inverno». Magalotti, Lettere familiari, parte 1, lett. 28, Belmonte, 9 febbraio 1683 (cento e quarantaquattr’anni fa!!) (7, 1827, Recanati). Se i sostenitori del raffreddamento progressivo ed ancor durante del globo, se il bravo dott. Paoli (nelle sue belle e dottissime Ricerche sul moto molecolare dei solidi) non avessero avuto o avessero da assegnare altre prove di questa loro opinione, che la testimonianza dei nostri vecchi, i quali affermano la stessissima cosa che quello del Magalotti, allegando la stessa pretesa usanza, e fissandola allo stesso tempo dell’anno: si può veder da questo passo, che non farebbero grand’effetto con questo argomento. Il vecchio laudator temporis acti se puero, non contento delle cose umane, vuol che anche le naturali fossero migliori nella sua fanciullezza e gioventú, che dipoi. La ragione è chiara, cioè che tali gli parevano allora; che il freddo lo noiava e gli si faceva sentire infinitamente meno ec. ec. Del resto, non ha molt’anni che le nostre gazzette, sulla fede dei nostri vecchi, proposero come nuova nuova ai fisici la questione del perché le stagioni a’ nostri tempi sieno mutate d’ordine ec. e cresciuto il freddo; e ciò da alcuni fu attribuito al taglio de’ boschi del Sempione ec. ec. Quello che tutti noi sappiamo, e che io mi ricordo [p. 179 modifica]bene, è che nella mia fanciullezza il mezzogiorno d’Italia non aveva anno senza grosse nevi, e che ora non ha quasi anno con nevi che durino piú di poche ore. Cosí dei ghiacci, e insomma del rigore dell’invernata. E non però che io non senta il freddo adesso assai piú che da piccolo.


*    L’amor della vita e il timor della morte non sono innati per se; altrimenti niuno s’ammazzerebbe. Innato è l’amor di se, e quindi del proprio bene, e l’odio del proprio male: e però niun può non amarsi, né amare il suo creduto male ec. È però naturale che ogni vivente giudichi la vita il suo maggior bene e la morte il maggior male. E infatti cosí egli giudica infallibilmente, se non è molto allontanato dallo stato di natura. Ecco dunque che la natura ha veramente provveduto alla conservazione, rendendo immancabile questo error di giudizio; benché non abbia ingenerato