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Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/640

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[p. 107 modifica] in quei passaggetti, in quelle rivolte (rivolture, rivoltatine, che in tutti questi modi si può dire, come dice il Firenzuola, le rivolture degli orecchi) in quelle giratine, in quelle tortuosità, in quelle angustie e stretture del discorso o del periodo, cosí frequenti, dove spessissimo vorrà e dovrà entrare quella tale idea, ed entrerebbe la parola, la circollocuzione non già?

Dico in secondo luogo che infinite cose vi sono, le quali non si possono esprimere mediante veruna circollocuzione: verbigrazia, quello che i francesi intendono cosí spesso per la parola génie (usata nello stesso senso dal Magalotti, come dice il Monti nella Biblioteca Italiana). Come esprimere per circollocuzione quello che non si può definire? Dove manca la facoltà della [p. 108 modifica]definizione, manca parimente della circollocuzione. E queste tali cose che s’intendono chiaramente, facilmente, e pienamente, per via di una parola convenuta, ma non si potrebbero né definire adequatamente, né dare ad intendere per nessuna circollocuzione, sono infinite in ogni genere, massimamente poi nelle materie filosofiche della natura ch’elle sono oggidí, nelle materie astratte ec. Ed è ben naturale,