Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/983

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[p. 315 modifica]E tuttavia la Grecia resisté. Ma dopo Costantino, alla corte bizantina, segue lo stesso autore, loc. cit., come si osserva da S. Crisostomo (adv. oppugnatores vitae monasticae, lib. III, tom. 1, pag. 34, Paris 1718, edit. Montfaucon) era un mezzo di far fortuna il sapere il latino; e fino a’ tempi di Giustiniano le leggi degli imperatori greci si pubblicavano nella Grecia medesima in latino. E soggiunge subito in una nota: Le Pandette furono pubblicate a Costantinopoli in latino (25 aprile 1821).


*    Nelle Mémoires de l’Académie des Inscriptions, tom. XXIV, si trova: Bonamy, Réflexions sur la langue latine vulgaire (25 aprile 1821). E son pur da vedere in questo proposito le Memorie di Trévoux, anno 1711, pag. 914. [p. 316 modifica]


*    Un nostro missionario (cioè italiano), il P. Paolino da S. Bartolomeo, mostrò l’affinità della lingua tedesca con una lingua indiana non solo, ma che da una lunga serie di secoli ha cessato di essere vernacola, con la samscrdamica (cioè sascrita: cosí la nomina anche pag. 208, samscrdamica), che è la madre di tutte le lingue delle Indie. Biblioteca Italiana, vol. VIII, pag. 206 (25 aprile 1821).


*    Che il verbo latino serpo sia lo stesso che il greco ἔρπω è cosa evidente, come pure i derivati, serpyllum ec. Ma che gli antichi latini, e successivamente il volgo latino, usassero ancora, almeno in composizione, lo stesso verbo senza la