Pensieri e discorsi/La ginestra/Introduzione
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Imaginiamo d’essere trasportati al 1835, e di conoscere di Giacomo Leopardi quello che allora il pubblico poteva conoscerne, cioè quanto ne abbiamo fin ora 1 alle stampe, meno il Tramonto e la Ginestra. Leggiamo l’ultima delle operette morali: il dialogo di Tristano e un amico. Già il dialogo è alla sua fine. Dice Tristano: “Se ottengo la morte, morrò così tranquillo e così contento come se mai null’altro avessi sperato nè desiderato al mondo. Questo è il solo beneficio che può riconciliarmi al destino...„
L'amico tace. Egli sente sopra il capo senile del giovane poco più che settilustre il ventilare delle ali della bellissima fanciulla. La fronte dell’aspettante è eretta, il suo cuore ha gettato da sè ogni vana speranza. La fanciulla che sottoporrà dopo due anni il suo vergineo seno a quel volto esile e smunto, la fanciulla non ha per mano il suo gemello, ch’ella gode
Accompagnar sovente;
E sorvolano insiem la via mortale.
L'amico tace. Ma ogni lettore di Giacomo Leopardi si sente a questo punto di prendere le parti di quel freddo personaggio di giudizio, e parlare al poeta. Io voglio parlare per lui. Il poeta è presente nell’opera sua, usque recens. Voglio parlare al poeta, e dirgli:
- Testi in cui è citato Giacomo Leopardi
- Testi in cui è citato il testo Canti (Leopardi - Donati)/XXXIII. Il tramonto della luna
- Testi in cui è citato il testo Canti (Leopardi - Donati)/XXXIV. La ginestra
- Testi in cui è citato il testo Operette morali
- Testi in cui è citato il testo Operette morali/Dialogo di Tristano e di un amico
- Testi in cui è citato Gaio Giulio Cesare
- Testi in cui è citato il testo Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
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