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Poema paradisiaco/Hortus Larvarum/Invito alla fedeltà

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Hortus Larvarum - Sopra un'aria antica Hortus Larvarum - Vas mysterii
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INVITO ALLA FEDELTÀ.

Ed egli le diceva
sorridendo (sul viso
in ombra era un sorriso
ambiguo), le diceva:


5— A che, dopo tanti anni,
rompere la catena?
Giova l’antica pena
mutar con nuovi affanni?

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Nulla forse per noi
10 sarebbe nuovo, o amica.
La tenerezza antica
ha pur gli incanti suoi.


Per l’amor che rimane
e a la vita resiste,
15 nulla è più dolce e triste
de le cose lontane.


Il nostro amor sia come
un pomeriggio lento.
Ne l’aria senza vento
20 fluiscon le tue chiome,


che già folte di rose
ondeggiarono al sole.
La mia mano viole
su la tua tempia pose;


25 e, quando tra i miei fiori
la tua fronte si china,
il cuor tutti indovina
gli occulti tuoi dolori.

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Non ti parlo. Conosco
30 l’ombra del tedio e certe
stanchezze, e il peso inerte
de la carne, ed il fosco


nembo che tiene oppressa
l’anima per interi
35 giorni, senza pensieri,
senza sogni: ahi, la stessa


mia pena! E, se talvolta
parlo, so che lontano
il tuo cuore o che in vano
40 io ti ripeto: — Ascolta. —


Ma a che, dopo tanti anni,
rompere la catena?
Giova l’antica pena
mutar con nuovi affanni?


45 Amare, amare ancora
come amammo, ancor dire
quelle parole, udire
quelle parole, e l’ora

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attendere con quelle
50 ansie, e alternar quei gesti
bassi con quei celesti
sospiri, e da le stelle


a le rose quei sogni
tessere, e avere al fine
55 quei disgusti, e il confine
già conosciuto d’ogni


senso giungere... Vuoi
tu ritentar la sorte?
Nulla, fuor che la morte,
60sarà nuovo per noi.


Siamo dunque fedeli
al nostro antico amore!
Tutti del tuo pudore
son lacerati i veli;


65e nessuna carezza
t’è più ignota, nessuna.
Al sole ed a la luna
salì la nostra ebrezza.

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Ma pur, talvolta, quale
70profondo incanto è in questa
desolata foresta
di ricordi, ove sale


il nostro sogno lento:
più lento che leggiere
75fumo da l’incensiere
in aria senza vento.


Siamo dunque fedeli
poi che tanto ridemmo,
poi che tanto piangemmo
80sotto immutati cieli!


Per l’amor che rimane
e a la vita resiste,
nulla è più dolce e triste
de le cose lontane.


85Ed io le amo lontane
ne’ tuoi occhi velati
come in laghi velati
apparenze lontane.

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E tu, lascerai tu
90dunque ne l’abbandono
le cose che non sono
più, che non sono più!