Poesie (Parini)/IV. Le odi/VI. Il bisogno

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VI. Il bisogno

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VI

IL BISOGNO

(Al signor Wirtz pretore per la repubblica elvetica)

[1766]

     Oh tiranno signore
de’ miseri mortali,
oh male, oh persuasore
orribile di mali,
5bisogno, e che non spezza
tua indomita fierezza!
     Di valli adamantini
cinge i cor la virtude;
ma tu gli urti e rovini:
10e tutto a te si schiude.
Entri, e i nobili affetti
o strozzi od assoggetti.
     Oltre corri, e fremente
strappi Ragion dal soglio;
15e il regno de la mente
occupi pien d’orgoglio,
e ti poni a sedere
tiranno del pensiere.
     Con le folgori in mano
20la legge alto minaccia;
ma il periglio lontano
non scolora la faccia
di chi senza soccorso
ha il tuo peso sul dorso.

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     25Al misero mortale
ogni lume s’ammorza:
vèr la scesa del male
tu lo strascini a forza:
ei di sé stesso in bando
30va giú precipitando.
     Ahi! l’infelice allora
i comun patti rompe;
ogni confine ignora;
ne’ beni altrui prorompe;
35mangia i rapiti pani
con sanguinose mani.
     Ma quali odo lamenti
e stridor di catene;
e ingegnosi stromenti
40veggo d’atroci pene
lá per quegli antri oscuri,
cinti d’orridi muri?
     Colá Temide armata
tien giudizi funesti
45su la turba affannata,
che tu persuadesti
a romper gli altrui dritti,
o padre di delitti.
     Meco vieni al cospetto
50del nume che vi siede.
No, non avrá dispetto
che tu v’innoltri il piede.
Da lui con lieto volto
anco il Bisogno è accolto.
     55O ministri di Temi,
le spade sospendete:
da i pulpiti supremi
qua l’orecchio volgete.
Chi è che pietá niega
60al Bisogno che prega

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     — Perdón, — dic’ei. — perdóno
a i miseri cruciati.
io son l’autore, io sono
de’ lor primi peccati.
65Sia contro a me diretta
la pubblica vendetta. —
     Ma quale a tai parole
giudice si commove?
Qual dell’umana prole
70a pietade si move?
Tu, Virtz, uomo saggio e giusto,
ne dai l’esempio augusto:
     tu cui si spesso vinse
dolor de gl’infelici
75che il Bisogno sospinse
a por le rapitaci
mani nell’altrui parte
o per forza o per arte:
     e il carcere temuto
80lor lieto spalancasti:
e dando oro ed aiuto,
generoso insegnasti
come senza le pene
il fallo si previene.