Poesie della contessa Paolina Secco-Suardo Grismondi/In morte del signor di Montignì

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In morte del signor di Montignì

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In morte del signor di Montignì
Al cavaliere conte Giovanni Battista Giovio In morte del celebre Andrea Pasta

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IN MORTE

DEL SIGNOR DI MONTIGNÌ

DELL’ACCADEMIA DELLE SCIENZE

DI PARIGI EC.


Sacra dolce amistà, tua voce io sento
     Che a lagrimar m’invita, e vuol che in mezzo
     A funerei cipressi io mi ravvolga
     Spargendo afflitte dolorose note
     5D’un caro amico estinto intorno a l’urna;
     E tu Donna regal che siedi altera
     Là della Senna in riva, e che talvolta
     Non isdegnasti udir l’Italo suono
     De’ miei carmi quand’io troppo animosa
     10Osai de’ figli tuoi cantare il nome,
     Oggi non isdegnar se il tuo men vegno
     Tranquillo aere a turbar de’ sospir miei.
     Panni, sì parmi, e che non puote in noi
     La ricordevol fantasìa pittrice!
     15Per le tue vie popolose ancora
     Lieta aggirarmi, e pe’ colti giardini
     Cari a le Grazie, dove spiran mille

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     De’ tuoi scarpelli industri opre famose,
     E coll’avido sguardo in ogni parte
     20il tuo regio poter ravviso impresso;
     Ma sulle rive stesse ahi! cerco invano
     L’amato Montignì che spesso al fianco
     M’era cortese allor che dì felici
     Guidar tra le tue mura il ciel mi diede.
     25Spesso con lui, non senza pianto io vidi
     Là su tragiche scene aspre vicende
     D’illustri eroi, con lui sovente io risi
     Del divin tuo Molier ai motti arguti.
     Seco or lieti passeggi, or varie scorsi
     30Sedi alle Muse sacre, e alle arti belle,
     E qual Mentor fedele a parte a parte
     Tutti ei solea di te additarmi i pregi.
     E ben egli potea le glorie tutte
     Della Gallia narrar, ei che fu sempre
     35Da più verd’anni cogli studj suoi
     Co’ suoi sudori ad abbellirla inteso,
     Le vie scoprendo, e le animate molle
     Onde il commercio a l’uom dator di vera
     Felicità più sì rinforza e cresce.
     40L’arti già un tempo ad abitar sol use
     Lungo l’Istro, ed il Ren, o sulle avare
     Batave piagge, o d’Albïon sui lidi
     Invitate da lui mossero a gara

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     Pur della Senna a rallegrar le rive,
     45E spesso ancor di più leggiadre forme
     Per lui si ornaro, qual da stranio clima
     Pianta da lungi tratta in suol non suo
     Sorge talor più bella, e al cultor nuovo,
     E al novello terren di gloria accresce.
     50Virtù del sacro tempio ove gli eletti
     Suoi cari figli accoglie, e le sudate
     Lor fronti cinge degli eterni allori
     Pur a te aperse, o immortal spirto, il varco
     E te nel mezzo a que’ divini ingegni
     55Vide di sempre ardenti brame acceso
     Con franco piè le vie batter di gloria.
     Spirto felice! de’ più rari esempli
     Tu fosti emulator, e spesso ancora
     Rapido li vincesti, e delle palme
     60Da l’altrui man raccolte entro il tuo core,
     Che sol del commi ben avido ardea
     Più che de’ lauri tuoi spesso esultasti.
     Così tranquillo per gli aerei campi
     Astro lucente poggia in suo cammino
     65A mille stelle in mezzo, e lor soltanto
     Tenta agguagliarsi invan languido lume
     D’effimero vapor che d’ima alzossi
     Umida valle, e che travolto è al soffio
     Di brev’aura leggiera, e si disperde.

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     70Pur morte ahimè! che priego alcun non ode,
     Ti volle alfin sua preda, e sul tuo caro
     Da l’implacabil Dea reciso stame
     Pianser l’arti tua cura, i sacri studj,
     E della Francia il Genio anco ne pianse»
     75Volgi dal cheto Eliso ombra beata
     Al patrio tuo terren che certo è ancora
     L’oggetto del tuo amor, volgi lo sguardo,
     E contento vi mira il comun pianto
     Che il tuo cenere onora, e vedi a quai
     80Degne del cedro eterno elette carte
     Il dotto Condorcet tuoi fasti affida.
     Non sol dischiuse Urania a lui le fonti
     D’ogni raro saper, sicché già vola
     Ad ogni lido di sua gloria il suono,
     85Ma cogli attici suoi robusti modi,
     Quai già s’udirò a miglior tempi, ai gode
     I bei nomi serbar, e vuol che ad onta
     Della morte per lui vivano incisi
     Nel tempio della Fama in auree note.