Poesie della contessa Paolina Secco-Suardo Grismondi/Al cavaliere conte Giovanni Battista Giovio

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Al cavaliere conte Giovanni Battista Giovio

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Al cavaliere conte Giovanni Battista Giovio
Per le nozze del conte Antonio Roncalli con la contessa Teresa Bellati In morte del signor di Montignì

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AL CAVALIERE CONTE

GIO. BATTISTA GIOVIO

PER UN DI LUI COMPONIMENTO POETICO

SULL’INDICATO ARGOMENTO


Come già lieto, di palustri fronde
     Cinto il Benaco i crini, e i suoi frementi
     3Marin fiotti sedati, uscìa dell’onde

Di Catullo ad udire i dotti accenti,
     Qualor di Roma al fumo Ei si togliea
     6Più tranquilli cercando ozj innocenti;

E di Sirmio alle tacite volgea
     Selvette amiche ove da ombroso speco
     9L’aere cantando di dolcezza empiea,

E col glauco lor Dio pen deano seco
     Le Ninfe intente di que’ carmi al suono
     12Cui sovra l’acque raddoppiava l’eco;

Così, Spirto gentil, cui le vie sono
     D’Elicona dischiuse, e l’Ascree Dive
     15Sì nobil plettro hanno concesso in dono,

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Lieto ad udirti in sulle algose rive
     Tragge il tuo Lario, e a lui dintorno cento
     18Traggon sua gloria e amor Ninfe giulive;

Nè batter ala intanto ardisce il vento,
     Nè, l’onda gorgoliar mentre tu versi
     21Dalle soavi labbra ibleo concento.

Pur del Lario le Figlie ora dolersi
     Certo vedrai, poichè insegnar lor godi
     24Il troppo umil mio nome entro a tuoi versi

Non degno obbietto degli Eolii modi
     Ch’ami destar su quelle rive usate
     27Sol d’alti ingegni a rammentar le lodi

Là ve d’Eroi fra immagini onorate1
     Che dell’invida età sprezzano l’ira
     30Da vivaci pennelli effigïate

L’Ombra del tuo grand’Avo ancor si aggira,
     E de’ chiari suoi pregi, e de’ più bei
     33Vetusti esempli emulator ti ammira.

Quelle le mete son, quelle ove dei
     Fervid’inni drizzar, di me in obblìo
     36Lasciando il nome, e i rozzi carmi miei.

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Ma ben giusto ti accese oggi desìo
     La nuova a celebrar Coppia diletta
     39Che per mano d’Amore il Cielo ordìo,

Coppia per cui fulgida schiera eletta
     Di fausti eventi già sui vanni aurati
     42D’Orobia i colli a rallegrar si affretta.

E il lor guardo spignendo in sen de’ Fati
     Qual di figli usciranne ordin felice
     45S’odon ridir con teco eccelsi Vati,
Di cui seguire i voli a me non lice.


Note

  1. [p. 232 modifica]Si allude ai molti insigni ritratti d’uomini illustri, che già furono raccolti da monsignor Paolo Giovio vescovo di Nocera, e che nella pregievole gallerìa del conte Giovio tuttora si conservano.