Portale:Testi/Sezioni

Da Wikisource.
Gestione delle sezioni del Portale testi

Categoria: Gestione del portale testiPortale testi   Gestione delle sezioni del portale 


Questa pagina permette di visualizzare e modificare ciò che si vuole che appaia nei riquadri di cui è composto il Portale Testi.

  • Per modificare il contenuto delle singole sezioni clicca sul link [modifica] nell'intestazione di ciascuna di esse
N.B. I cambiamenti apportati alle sezioni di questa pagina saranno visibili immediatamente sul portale!

Come funziona[modifica]

La pagina Portale:testi costituisce l'impalcatura tabellare entro cui sono richiamate tramite trasclusione selettiva le sezioni elencate qui sotto. La struttura del portale è la seguente

Intestazione del portale
Colonna di sinistra
colonna di destra
  • Le varie sezioni citate nella tabella qui sopra sopra sono contenute in pagine apposite, e a loro volta richiamate tramite trasclusione selettiva.
  • Queste varie sezioni si alternano casualmente entro i loro riquadri, tramite il Template:NumeroCasuale.
  • Questa pagina (Portale:Testi/Sezioni per intendersi) contiene l'involucro dei singoli riquadri che appaiono nel portale. Ogni sezione contiene
    • Il riquadro-cornice da far entrare nella tabella
    • Nella sezioni della colonna di sinistra il richiamo alle sezioni contenute in altre pagine, da alternare casualmente.

Domande?[modifica]

Se hai domande, dubbi, proposte o necessiti di chiarimenti lascia un messaggio nella pagina di discussione o chiedi lumi a qualche amministratore.

Intro[modifica]

Benvenuti nel Portale dei testi di Wikisource: da qui si può partire per muoversi tra i testi e leggere periodicamente approfondimenti su alcuni di essi: buona navigazione!


Testo in evidenza[modifica]

i testi richiamati in questa sezione sono raccolti in questa pagina.

modTesto in evidenza
Le mie prigioni è un testo puramente autobiografico scritto da Silvio Pellico che si svolge in un arco di tempo che va dal 13 ottobre 1820, data in cui venne arrestato l'autore, al 17 settembre 1830, giorno del suo ritorno a casa.

In essa Pellico descrive la sua esperienza di detenzione nel carcere dello Spielberg in seguito alla sua adesione ai moti carbonari.

Pellico iniziò la stesura dell'opera nel 1831, incoraggiato dal suo confessore, e la concluse nel 1832.



Incipit[modifica]

i testi richiamati in questa sezione sono raccolti in questa pagina.

mod Chi ben comincia...

Ci sono libri che iniziano così:


Il proponimento mio è di scrivere l'istoria del Concilio tridentino, perché, quantonque molti celebri istorici del secol nostro nelli loro scritti n'abbiano toccato qualche particolar successo, e Giovanni Sleidano, diligentissimo autore, abbia con esquisita diligenza narrate le cause antecedenti, nondimeno, poste tutte queste cose insieme, non sarebbono bastanti ad un'intiera narrazione.

Io subito ch'ebbi gusto delle cose umane, fui preso da gran curiosità di saperne l'intiero, e dopo, l'aver letto con diligenza quello che trovai scritto e li publici documenti usciti in stampa o divulgati a penna, mi diedi a ricercar nelle reliquie de' scritti de prelati et altri nel concilio intervenuti, le memorie da loro lasciate e li voti o pareri detti in publico, conservati dagli autori proprii o da altri, e le lettere d'avisi da quella città scritte, non tralasciando fatica o diligenza, onde ho avuto grazia di vedere sino qualche registro intiero di note e lettere di persone ch'ebbero gran parte in quei maneggi. Avendo adunque tante cose raccolte, che mi possono somministrar assai abondante materia per la narrazione del progresso, vengo in risoluzione di ordinarla.


come prosegue?

Immagine in evidenza[modifica]

i testi richiamati in questa sezione sono raccolti in questa pagina.

modImmagine in evidenza


Oreste

Or, chi fratel mi noma?
Empia, tu forse, che serbato a vita,
e al matricidio m'hai? - Rendimi il brando,
il brando;... oh rabbia! - Ove son io? che feci?...

Il rimorso di Oreste, di William-Adolphe Bouguereau (1862), Chrysler Collection, Norfolk, Virginia


Chi mi trattien?... Chi mi persegue?... Ahi! dove,
dove men fuggo?... ove mi ascondo? - O padre,
torvo mi guardi? a me chiedesti sangue:
e questo è sangue;... e sol per te il versai.


Oreste, Atto quinto...

Traduzione[modifica]

i testi richiamati in questa sezione sono raccolti in questa pagina.


modTesti a fronte

Nell'apologia di Socrate Platone riporta l'autodifesa di Socrate al processo-farsa intentatogli nel 399. Il filosofo professa con la sua vita stessa l'estremo ossequio per le leggi della città, in nome delle quali accetterà una ingiusta condanna a morte.

ἐγὼ γάρ, ὦ ἄνδρες Ἀθηναῖοι, ἄλλην μὲν ἀρχὴν οὐδεμίαν πώποτε ἦρξα ἐν τῇ πόλει, ἐβούλευσα δέ· καὶ ἔτυχεν ἡμῶν ἡ φυλὴ Ἀντιοχὶς πρυτανεύουσα ὅτε ὑμεῖς τοὺς δέκα στρατηγοὺς τοὺς οὐκ ἀνελομένους τοὺς ἐκ τῆς ναυμαχίας ἐβουλεύσασθε ἁθρόους κρίνειν, παρανόμως, ὡς ἐν τῷ ὑστέρῳ χρόνῳ πᾶσιν ὑμῖν ἔδοξεν. τότ᾽ ἐγὼ μόνος τῶν πρυτάνεων ἠναντιώθην ὑμῖν μηδὲν ποιεῖν παρὰ τοὺς νόμους καὶ ἐναντία ἐψηφισάμην· Io non ebbi mai, Ateniesi, alcun maestrato in città; sí fui un del Consiglio. E avvenne che quei della mia tribú Antiochide facessero da Pritani quando voi i dieci capitani che non recuperarono i naufraghi e i morti della battaglia navale voleste giudicare tutti insieme, contro legge, come, passando tempo, vi foste accorti voi medesimi. Allora io solo dei Pritani mi fui opposto a voi acciocché nulla fosse fatto contro le leggi; e votai contro.
καὶ ἑτοίμων ὄντων ἐνδεικνύναι με καὶ ἀπάγειν τῶν ῥητόρων, καὶ ὑμῶν κελευόντων καὶ βοώντων, μετὰ τοῦ νόμου καὶ τοῦ δικαίου ᾤμην μᾶλλόν με δεῖν διακινδυνεύειν ἢ μεθ᾽ ὑμῶν γενέσθαι μὴ δίκαια βουλευομένων, φοβηθέντα δεσμὸν ἢ θάνατον. καὶ ταῦτα μὲν ἦν ἔτι δημοκρατουμένης τῆς πόλεως· ἐπειδὴ δὲ ὀλιγαρχία ἐγένετο, οἱ τριάκοντα αὖ μεταπεμψάμενοί με πέμπτον αὐτὸν εἰς τὴν θόλον προσέταξαν ἀγαγεῖν ἐκ Σαλαμῖνος Λέοντα τὸν Σαλαμίνιον ἵνα ἀποθάνοι, οἷα δὴ καὶ ἄλλοις ἐκεῖνοι πολλοῖς πολλὰ προσέταττον, βουλόμενοι ὡς πλείστους ἀναπλῆσαι αἰτιῶν. E già gli oratori lesti a interdirmi, menarmi in carcere; incorandoli, gridando voi: ma io pensai meglio mettermi in pericolo con la legge e con la giustizia, che con voi starmene deliberanti la ingiustizia, per paura di catene e di morte. E questo fu, reggentesi tuttavia la città a popolo. Venuta la oligarchia, un dí i Trenta, alla loro volta, mandarono chiamando certuni, e me, quinto, nella sala del Tolo; e comandarono che dovessimo menare via da Salamina Leonte il Salaminio, affinché morisse: e scelleratezze simili ne ordinaron molte e a molti, volendo quelli riempiere di colpe quanti piú potessero.
τότε μέντοι ἐγὼ οὐ λόγῳ ἀλλ᾽ ἔργῳ αὖ ἐνεδειξάμην ὅτι ἐμοὶ θανάτου μὲν μέλει, εἰ μὴ ἀγροικότερον ἦν εἰπεῖν, οὐδ᾽ ὁτιοῦν, τοῦ δὲ μηδὲν ἄδικον μηδ᾽ ἀνόσιον ἐργάζεσθαι, τούτου δὲ τὸ πᾶν μέλει. ἐμὲ γὰρ ἐκείνη ἡ ἀρχὴ οὐκ ἐξέπληξεν, οὕτως ἰσχυρὰ οὖσα, ὥστε ἄδικόν τι ἐργάσασθαι, ἀλλ᾽ ἐπειδὴ ἐκ τῆς θόλου ἐξήλθομεν, οἱ μὲν τέτταρες ᾤχοντο εἰς Σαλαμῖνα καὶ ἤγαγον Λέοντα, ἐγὼ δὲ ᾠχόμην ἀπιὼν οἴκαδε. καὶ ἴσως ἂν διὰ ταῦτα ἀπέθανον, εἰ μὴ ἡ ἀρχὴ διὰ ταχέων κατελύθη. καὶ [32e] τούτων ὑμῖν ἔσονται πολλοὶ μάρτυρες. E allora non a parole mostrai, ma sí a fatti (parrò rozzo), che non cale a me nulla della morte, proprio nulla; ma di non far cosa niuna ingiusta né empia, di questo mi cale bene assai. Perocché sí non mi spaventò quella signoria, contuttoché violenta, che cosa niuna ingiusta facessi: ché, usciti di quella sala, i quattro s'avviarono per Salamina e menarono Leonte; e io mi avviai a casa. E forse io era morto, se quella signoria non la cacciavan giú presto: e di questo che dico, eccovi molti testimoni.

Indice dei testi[modifica]


Ricorrenze[modifica]


Collabora[modifica]

Aiutaci!
Hai riscontrato problemi o difficoltà nell'utilizzo del portale? Segnalale pure: clicca qui!

Vuoi aiutarci a migliorare il Portale Testi? Vuoi suggerire un testo da porre in evidenza? Fai un salto nel retrobottega!