Qual fiume altier, che dall'aeree vene

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Gabriello Chiabrera

XVII secolo Indice:Opere (Chiabrera).djvu Letteratura Intestazione 21 gennaio 2024 75% Da definire

Perchè nell'ora, che miei dì chiudesse Già fa sul carro dell'eterno ardore
Questo testo fa parte della raccolta Canzoni morali di Gabriello Chiabrera
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XII

AL SIG. BARTOLOMMEO PAGGI

Il sollecito Studio ristorare la brevità della vita.

Qual fiume altier, che dall’acree vene
     In ima valle torbido ruini,
     Quando al soffiar dell’africane arene
     Struggesi il ghiaccio per li gioghi alpini:
5Tale il Tempo veloce impetuoso
     Del ciel trascorre per le vie distorte,
     Il Tempo inesorabile bramoso
     Gli Uomini trar ne’ lacci della Morte.
Umida nube, che levata appena
     10Sul dosso d’Appennin Borea distrugge,
     Fiamma, che in atro nuvolo balena,
     Sembra la vita, sì da noi sen fugge.
Or da qual arte in terra avrem soccorso,
     Sicchè di Morte ristoriamo i danni?
     15Chi malgrado del tempo e di suo corso,
     In pochi giorni camperà molti anni?
Quei che nel campo d’oziosi amori,
     Paggi, non degnerà d’imprimer orma;
     Ma sosterrà dentro i notturni orrori,
     20Che vegghi il guardo, perchè il cor non dorma.
Cotal per le Tessaliche foreste
     Là ’ve seco l’avea d’etate acerbo
     Ammoniva Chiron, fera celeste,
     L’aspro cor dell’Eacide superbo.