Rime varie (Alfieri, 1903)/CLXXVI. Crudel comando e per pietà l'ho dato

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CLXXVI (1786). Crudel comando! e per pietà l'ho dato

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CLXXVI (1786). Crudel comando! e per pietà l'ho dato
CLXXV. Non fu sì santo nè benigno Augusto CLXXVII. Non bastava che lungo intero il verno

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CLXXVI (1786).

Crudel comando! e per pietà l’ho dato,
Piangendo; e in pianto, il doloroso effetto
Di momento in momento udirne aspetto
Dal percussor feroce insanguinato.

O buon mio Fido; a che ci tragge il fato!
Tuo pestifero morbo hammi costretto
A farti, in prova del mio lungo affetto,
Tre palle (oimè!) piantare entro al costato.

Il mio bel Falbo! il mansüeto ardente,
Che di portar mia donna iva sì altero;
Che le obbediva con sì umana mente!

Deh! come tal sentenza uscia dal fero
Mio labro?... Eppure, egro insanabilmente...
Mai non porrò più il core in niun destriero.